Una pittura di genere che ebbe un certo successo nella Roma del Seicento è quella dei Bamboccianti, così chiamati dallolandese Pieter van Laer, detto il Bamboccio, che amava dipingere scene di vita popolare, spesso sguaiate e grottesche. Malviste dai classicisti, le «bambocciate» erano apprezzate per il loro realismo che si rifaceva alla tradizione nordica e a Caravaggio. Fino al 27 luglio nella sala Altoviti di Palazzo Venezia si può ammirare un capolavoro della scuola bambocciante, «La mosca cieca», un dipinto della Galleria Corsini appena restaurato con il finanziamento del Rotary club, sezione di Roma sud. L'intervento conservativo, proposto dal Polo museale romano, si era reso necessario per leccessivo offuscamento dovuto a spessi strati di vernici ossidate, stuccature e ridipinture. La tela, realizzata intorno al 1645/50, è dovuta alla felice collaborazione di due pittori: autore delle figure è il romano Michelangelo Cerquozzi (1602-1660), mentre il paesaggio è di Angeluccio, un artista forse di origine fiamminga. Lopera raffigura un ombroso giardino con un grande viale di alberi di alto fusto; sulla destra un uomo e una donna, riccamente abbigliati alla spagnola, osservano tre contadini che giocano a mosca cieca. I personaggi sono più raffinati, meno rustici e grotteschi del consueto repertorio. La pittura di Cerquozzi, in effetti, è tuttaltro che popolareggiante, tanto che si fa apprezzare dalla committenza aristocratica, senza però perdere di vista il mondo dei poveri.
Questa «Mosca cieca» doveva far parte di una serie di tre dipinti (uno conservato agli Uffizi di Firenze e laltro a Detroit), raffiguranti tutti lo stesso gioco, presumibilmente commissionati dai Corsini. Orario: da martedì a domenica 9-19.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.