Il popolo del Carroccio: ultima chance per il federalismo

Da Gemonio a Cassano Magnago, nelle "terre del Carroccio" si prepara la festa. Attesa amche per i risultati delle amministrative

Il popolo del Carroccio: ultima chance per il federalismo

Gemonio (Varese) - Quando Umberto Bossi lascia la sua casa di Gemonio, per andare nella sede milanese di via Bellerio, è il primo pomeriggio e diluvia. Tanta acqua come non si vedeva da tempo, proprio mentre i primi exit-poll e le proiezioni indicano il balzo della Lega Nord. Anche questo, nella culla lumbard, un evento atteso, dopo la sconfitta del 2006 al referendum costituzionale. «E noi oggi sappiamo - scandisce il segretario provinciale, Fabio Rizzi - che è l’ultima volta per ottenere il federalismo». Bossi si infila svelto nella Volvo, seguita dall’auto della scorta, ma a Gemonio è presto per commentare. Per strada non c’è anima viva. Piove e la gente è al lavoro. Nel giardino della casa del segretario federale sventola sul pennone la bandiera col Sole delle Alpi. Da sempre. Per le elezioni se n’è aggiunta una sul balcone della villetta sottostante.

Pochi altri segni 'padani', in questo pomeriggio che segna il successo elettorale della Lega. «Personalmente sono soddisfatto, mi sa che qui in tanti domani festeggeranno», sentenzia Walter, il titolare del Bar Sesi. Lui e la moglie Marilena, negli ultimi anni, hanno preparato il caffè agli ospiti di passaggio nella villetta gialla di via Verbano, soprattutto dopo il ricovero del Senatur, l’11 marzo 2004. Oggi al 'Sesi' solo alcuni anziani intenti a giocare a carte con l’orecchio a tv e radio.

Ancora chiusa, alle 17, la piccola sede del Carroccio di Gemonio, mentre risuona la consueta sirena che scandisce i turni del cementificio. Per stasera non sono previste manifestazioni pubbliche. «Magari improvviseremo», confida un dirigente locale. Il fatto è che la «grande festa» è attesa per lo spoglio delle elezioni provinciali di domani, dov’è previsto un trionfo del centrodestra (Udc compresa), capeggiato da Dario Galli, ovviamente esponente del Carroccio. Per capire che cosa ribolle nel ventre leghista per ora bisogna affidarsi alle sensazioni dei big locali, euforici per i dati elettorali. «Qui queste consultazioni sono viste come l’ultima occasione per portare a casa il federalismo, e la gente ci ha dato fiducia - osserva il segretario provinciale Rizzi - I risultati che vedo, pur attendendo quelli definitivi, dimostrano che malgrado sia stata una campagna tutta mediatica, la Lega è radicata sul territorio e ce l’ha fatta attraverso una mobilitazione classica».

Rizzi, che potrebbe diventare senatore, guarda già a che cosa avere in cambio dal Pdl, «che ovviamente dovrà darci delle prerogative importanti per realizzare il programma». L’analisi del voto è condivisa dal popolare sindaco di Cassano Magnago, Aldo Morniroli. «La gente ha capito che vogliamo cambiare le cose, ma dobbiamo dare risultati al più presto», è il suo ragionamento. Cassano Magnago è un altro snodo importante della geografia leghista, a partire dal fatto che qui, a pochi chilometri da Malpensa, è nato lo stesso Bossi. La sede del movimento oggi pomeriggio è aperta, ma ancora non c’è nessuno. «Intanto - spiega il coordinatore, Antonio Diani - io raccolgo i dati che arrivano: sono contentissimo di come sta andando».

Chiusa invece a Varese, oggi pomeriggio, la sede storica di piazza Podestà. Di acqua ne è passata da quando nel 1979 nasceva in città l’Unolpa fondata da Bossi e Maroni, primo nucleo della Lega.

Ma solo una settimana fa il Senatur, dalla sua Varese, diceva: «Sogno che un giorno si dica che un manipolo di varesini è riuscito a portare il federalismo». Oggi un passo avanti è stato fatto, dicono qui. «Il Sole delle Alpi splende sotto la pioggia». Parola di un vecchio militante.

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