"Portiamo sul palco la scorrettezza. Anche la Meloni ride"

Inizia il tour di "Felicissimo Show" e il duo non fa sconti: "Schlein da noi? Preferisce Cattelan"

"Portiamo sul palco la scorrettezza. Anche la Meloni ride"
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Pio e Amedeo, nel vostro Felicissimo Show c'è un'immagine di Piersilvio Berlusconi vestito come Che Guevara. Lui che ne pensa?

«E chi lo sa? Non ha ancora avuto modo di vedere lo spettacolo, dopotutto siamo al debutto. Ma speriamo che venga a trovarci a Milano (26, 27, 28 ottobre al Teatro Lirico Giorgio Gaber e gran finale l'11 dicembre agli Arcimboldi - ndr). Siamo sicuri si divertirebbe molto».

Se poi vi licenzia?

«Andiamo a bussare alla Rai. Altrimenti c'è sempre TeleNorba».

L'altra sera al Brancaccio di Roma il pubblico si è divertito. Totti in prima fila con la compagna ha persino sorriso a una battuta sui famosi Rolex e ha incassato un roboante «Sempre a scrocco, Noemi, eh?».

«Quando fai comicità vale tutto o no?».

Andate spesso oltre il limite. Quante querele finora?

«A dire il vero, nessuno ci ha mai querelato».

Anche a questo giro Pio e Amedeo non fanno sconti e il loro ritorno in teatro dopo quattro anni copre tutto l'arco costituzionale dell'attualità sconfinando pure in una (applaudita) seduta spiritica con Silvio Berlusconi che lassù «avrà già costruito Paradiso 2». Circondati da musicisti sul palco («Sono la band di Achille Lauro, sono qui per disintossicarsi»), Pio D'Antini e Amedeo Grieco si confermano i leader della scorrettezza: «Ormai siamo tutti fluidi, binari. Mia cugina è diventata binaria, aveva il padre ferroviere». «Bianca Balti ha detto che il pene la attrae troppo. Immaginatevi il contrario: Alberto Angela che dice le piramidi sono bellissime, ma la f... mi fa impazzire, cosa succederebbe?». In sostanza uno show dalla risata facile, ma non fine a se stessa e sempre incastonata dentro un racconto e un filo di malinconia, come quando Amedeo confessa (molto emozionato) che darebbe indietro tutto il successo «per avere ancora mia mamma in platea». Volendo, questi due pugliesi neo quarantenni sono l'alter ego della comicità italiana, spesso allineata al politicamente corretto oppure al «radical scicchismo», che spesso sono la stessa cosa.

L'altra sera qui al Brancaccio in prima fila c'era anche Giorgia Meloni.

«Pensavo fosse uno scherzo, invece c'era proprio. Ha dimostrato di essere una donna molto autoironica, se la rideva bene anche alle battute che riguardavano lei».

Avete preso in giro gli influencer. C'è una voce fuori campo stile Chiara Ferragni e pure Giorgia Soleri è finita nel mirino.

«Non puoi dire di essere stata la prima a sfilare con i peli alla Mostra di Venezia. Di tanti problemi che hanno le donne, davvero l'emancipazione femminile passa da queste cose?».

I social?

«Certe frasi sui social sembrano più che altro acchiappalike, non c'è un lavoro dietro. I social danno a tutti l'opportunità di dire la propria, ma raccolgono spesso il popolo dei disadattati».

Fedez?

«Avremmo battute anche su di lui, con il quale il rapporto non è idilliaco, ma, visto quello che sta passando, c'è quella cosa che si chiama rispetto e quindi evitiamo».

A Roma c'erano Totti, la premier, persino Lino Banfi.

«In ogni serata speriamo di avere ospiti famosi sui quali magari costruire battute».

Elly Schlein?

«Lei da noi non viene, preferisce andare da Cattelan» (risate - ndr).

È vero che avete rinunciato a condurre la prima edizione di Lol?

«Sì, avevamo già in ballo lo show Felicissima Sera su Mediaset e ci siamo concentrati su quello. Con tutto il rispetto, la funzione dei conduttori a Lol è molto più limitata rispetto a quella del nostro show».

Tornerete in tv?

«Sì. Ma c'è anche un film, il cui titolo provvisorio è Come può uno scoglio?, è un road movie che parte da Treviso. E poi abbiamo in mente anche una serie».

Sempre senza limiti.

«Un tale diceva che scherzare sulle cose non cambia l'ordine delle cose».

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