Federico Marchi
Il sindaco senz'acqua dice basta e se ne va. Questa è la storia di Romolo Guasco, primo cittadino di Prelà, piccolo paese nell'entroterra di Imperia. Guasco ha infatti rassegnato le proprie dimissioni durante l'ultimo consiglio comunale, lasciando a bocca aperta sia l'opposizione sia la sua stessa maggioranza, che non si sarebbe ma aspettata un gesto simile.
Il diretto interessato non ha voluto però spiegare subito i motivi del gesto, ma ha voluto lasciare un velo di suspense caduto solo ieri. Sono così subito scattate le più varie ipotesi: da una crisi di maggioranza, ad un deterioramento dei rapporti con i suoi uomini di fiducia come il vicesindaco, fino ad un gesto di protesta contro il mancato arrivo dei recenti finanziamenti concessi dal Ministero dell'ambiente.
«Me ne vado perché non sono riuscito a risolvere il problema dell'acqua - ha detto - ritengo quindi di aver fallito ed allora è giusto che mi dimetta».
Prelà infatti ogni anno soffre di sete perché il paese durante i mesi estivi rimane senz'acqua, lasciando le 495 anime che vi abitano, più qualche turista, a secco. Un problema serio e molto sentito dalla popolazione, arginato con continui rifornimenti che comunque non riescono ad eliminare il disagio nei mesi caldi dell'estate.
Romolo Guasco, eletto nel 2001 a capo di una lista civica ma con proprie convinzioni leghiste, aveva individuato in questo problema il suo principale obiettivo di mandato. «Siamo ormai alla vigilia dell'estate - prosegue il sindaco dimissionario - e la situazione non è cambiata, Prelà si appresta ora a vivere mesi nuovamente difficili».
Sicuramente è sembrata una beffa l'esclusione del paese dai 12 milioni che, su proposta del ministro imperiese Claudio Scajola, sono stati destinati dal ministero dell'Ambiente alla provincia di Imperia per ristrutturazioni e opere di sicurezza. Ma anche in questo caso la il sindaco ha una sua interpretazione. «È vero, quando ho visto tutti quei soldi dati a località della provincia di Imperia e non ho visto il nome di Prelà, ci sono un po' rimasto male. Però i finanziamenti non sono arrivati semplicemente perché non li ho chiesti - confessa - non ero infatti neanche a conoscenza di questa possibilità, in un paese piccolo come il nostro non arrivano informazioni e non posso permettermi il lusso di far navigare su Internet i due dipendenti comunali che ho a disposizione cercando notizie di questo genere, altrimenti tutta l'attività si fermerebbe».
Ora Guasco avrà venti giorni di tempo per ripensarci e ritornare sui suoi passi ritirando le dimissioni, evitando così il commissariamento del paese fino a nuove elezioni.
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