
Mentre la guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina scuote i mercati finanziari e le Borse europee bruciano oltre 683 miliardi di euro in poche ore, il presidente di Assoprevidenza, Sergio Corbello, interviene per rassicurare i sottoscrittori dei fondi pensione. «Gli andamenti dei mercati di questi giorni – premette Corbello – non sono certo una bella notizia per gli enti previdenziali in genere e per i fondi di previdenza complementare in particolare, ma sarebbe sbagliato ogni eccessivo allarmismo».
Il messaggio lanciato da Corbello è chiaro: nonostante la tempesta sui mercati, i fondi pensione italiani sono strutturalmente meno esposti alla volatilità rispetto ad altri strumenti finanziari, soprattutto per la natura dei loro investimenti e l’orizzonte temporale di lungo periodo. «I fondi pensione – sottolinea – sono investitori di lungo termine e operano secondo piani di investimento improntati alla prudenza, con minimizzazione del rischio, e alla diversificazione degli impieghi».
Un ruolo cruciale, spiega Corbello, lo giocano i cosiddetti Fia – i Fondi di investimento alternativi – che, grazie alla loro decorrelazione dai mercati finanziari tradizionali, rappresentano un importante elemento di stabilizzazione. «In questa ottica – afferma – anche la sottoscrizione di Fia, decorrelati rispetto ai mercati, gioca un ruolo di stabilizzazione». E aggiunge: «Vale ricordare, da ultimo, che le crisi finanziarie intervenute da inizio secolo sono sempre state assorbite senza traumi».
I Fia, come sottolineato dal presidente di Assoprevidenza, si distinguono per strategie d’investimento non convenzionali e investono i capitali in strumenti meno liquidi ma più stabili nel lungo periodo, come immobili, infrastrutture o partecipazioni in società non quotate. Al pari dei fondi di liquidità, che privilegiano titoli di Stato sicuri come i Bund tedeschi, offrono una protezione ulteriore nei momenti di turbolenza dei mercati.
Secondo gli ultimi dati della Covip, la Commissione di vigilanza sui fondi pensione, a fine 2023 il patrimonio complessivo degli enti previdenziali italiani ammontava a 114,1 miliardi di euro, in crescita del 9,9% rispetto all’anno precedente, ma con un’incidenza ancora modesta sul PIL, pari al 5,4%.
La composizione degli investimenti conferma l’approccio prudente del comparto: il 37,9% è destinato a obbligazioni (principalmente titoli di Stato), il 18,9% ad azioni – in prevalenza dell’Area euro e degli Stati Uniti – e il 16,8% a investimenti immobiliari, leggermente in calo rispetto al 2022. In Italia operano 289 fondi pensione, suddivisi tra fondi negoziali, aperti, preesistenti e piani individuali pensionistici (Pip).
Anche gli enti previdenziali dei professionisti, come Enpam e le casse aderenti all’Adepp, confermano un orientamento più conservativo, privilegiando strumenti monetari e obbligazionari a scapito dell’azionario.
Una scelta che, in tempi di instabilità come questi, si conferma vincente.In un contesto globale sempre più incerto, la parola d’ordine sembra dunque essere calma e lungimiranza. Come ricorda Corbello, «i fondi pensione sono progettati per affrontare il tempo, non l’istante».
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