L'Inps a "caccia" dei pensionati che risiedono all'estero

Quanti pensionati ci sono all'estero? L'Inps sta avviando un'indagine per capire quanti sono in vita dopo averne censiti 400mila nel 2017

L'Inps a "caccia" dei pensionati che risiedono all'estero

I pensionati iscritti all'Inps e attestati come risiedenti all'estero dovranno certificare di essere ancora in vita alla previdenza italiana. Dal 20 marzo in avanti gli iscritti all'Inps risiedenti tra America, Asia, Estremo Oriente, Paesi scandinavi, Stati dell’Est Europa e Paesi limitrofi risulteranno convocati dall'Inps via Citibank, società finanziaria statunitense che è depositaria dei pagamenti per i risiedenti all'estero, e saranno chiamati a testimoniarsi come esistenti ancora in vita.

Le pensioni saranno soggette a rivalutazione a partire da questo mese su tutta la banda della previdenza nazionale. Già a gennaio è scattata per iniziativa della Legge di Bilancio la rivalutazione piena del 7,3% fissata dal governo Meloni per il 2023 sugli assegni erogati dal valore fino a quattro volte il minimo Inps, poco più di 2.100 euro. A marzo inizierà, con frazione dell'erogazione complessiva, la rivalutazione di tutti gli altri assegni. L'Inps si prepara dunque a analizzare il "parco" dei contribuenti pensionati a cui deve erogare mensilmente una quota crescente di risorse. E per evitare asimmetrie, erogazioni indebite e problematiche di tipo organizzativo ora la sfida è capire a ogni livello quanto ampio è il bacino di destinatari.

Quattro mesi per attestare l'esistenza in vita

"I pensionati, pertanto, avranno quattro mesi a disposizione per attestare l’esistenza in vita e potranno avvalersi di numerosi soggetti qualificati autorizzati ad attestare l’esistenza in vita ai sensi delle legislazioni locali", nota Il Messaggero. "Il processo di accertamento dell’esistenza in vita per gli anni 2023 e 2024, per i pensionati residenti in Europa, Africa e Oceania, prenderà invece avvio dal 20 settembre 2023". Il processo è ampio e complesso perché via Citibank l'Inps chiederà in un lasso di quattro mesi ai pensionati di conformarsi alla legislazione locale del Paese di residenza per adattarsi alle nuove normative di erogazione. Il "sondaggio" consentirà di ricevere l'assegno per l'intero 2023 e 2024.

Quasi la metà delle pensioni erogate in Europa

Il rapporto WorldWideInps curato dall'allora Direttore centrale convenzioni internazionali e comunitarie dell'Inps Giuseppe Conte (omonimo dell'ex premier e senza parentele con questi) nel 2017 segnalava oltre 400mila pensionati come residenti all'estero: 180mila risiedevano in Italia, 120mila in Usa e Canada, 50mila in Australia, 46mila in America Meridionale e i restanti tra Africa (2.580), Asia (1.141) e America centrale (721). "Del totale delle pensioni pagate all’estero, il 46,6% è erogata in Europa, seguita dall’America settentrionale, con il 26,8%, dall’Oceania con il 13,2% e, per rimanere sulle percentuali più rilevanti, dall’America meridionale con più del 12,1%", si leggeva nel rapporto Inps.

Il valore delle erogazioni complessive superava di poco il miliardo di euro. Quanto è cambiato oggi questo quadro? L'Inps vuole fare chiarezza. E avviare un processo di analisi sui beneficiari. Destinato a indagare sullo stato dei contribuenti italiani sparsi in giro per il mondo.

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