Prof troppo cristiano per stare in cattedra

«Cristiano» e «reazionario». Troppo, ohibò. È così che all'università di Cagliari il libro (che sono tre) «Ambiente, conflitto e sviluppo: le Isole Britanniche nel contesto globale» del professor Emilio Biagini, genovesissimo pendolare con la Sardegna e lì ordinario di Geografia, finisce all'indice. Il prof. grida all'«intimidopoli» per quei suoi tomi in circolazione dal 2002, «con apprezzamenti generali e ampi brani inseriti nel sito Ragionpolitica - spiega Biagini - Addirittura diversi studenti hanno chiesto la tesi e scritto parole di lode sulla locandina in bacheca». Ma il peccato originale del prof. che tanto ha scritto anche del cardinale Giuseppe Siri, è di scrivere che «la società laicizzata, alla cui nascita le Isole Britanniche hanno dato un così decisivo contributo, non può soddisfare le aspirazioni spirituali dell'uomo e talora neppure quelle materiali»; o di «abbondare in citazioni di santi e descrizione di miracoli; troppo l'incenso sparso qua e là». E così che la lettera di una studentessa alla presidente del corso di Lingue e Culture Europee ed Extraeuropee fa esplodere il caso nel gennaio scorso: «Su questo testo proprio non posso studiare» motiva lei indignata. E perché? «Totale incompatibilità intellettuale, e mi sembra scorretto da parte del prof. Biagini usare il suo testo per propagandare le sue idee razziste o per catechizzare gli studenti. Come si può ritenere formativo un testo che si ostina a ridurre l'enorme complessità del mondo a una specie di lotta tra buoni (e cattolici) e cattivi?». Che in effetti «il libro dà ampio rilievo ai conflitti religiosi avvenuti nelle Isole Britanniche e alle persecuzioni sofferte dalla Chiesa cattolica - conferma Biagini - La studentessa però accusa lo scritto di razzismo: la maturità intellettuale elude le censure preventive».
Lettera che plana sulla scrivania del preside, quel Massimo Arcangeli linguista e critico letterario, collaboratore di diverse testate giornalistiche tra cui L'Unità e Il Manifesto, che agguanta lo sfogo e ne fa una ragione di etica. Convoca Biagini e il collega Luciano Cau e «ci impone un ultimatum di sette giorni per ritirare il testo - riferisce Biagini - Ultimatum da noi prontamente rispedito al mittente. Arcangeli ci spiega di aver consultato l'ufficio legale dell'Università che gli ha suggerito di convocare il Consiglio di Facoltà per obbligarci a ritirare il testo». Il prof. verifica, ma «la Facoltà non ha assolutamente né il compito, né la competenza, né il diritto di interferire nei programmi». Il 22 aprile si riunisce detto Consiglio con al primo punto dell'ordine del giorno: «Adozione testi di riferimento corsi di insegnamento Geografia ed Geografia economico-politica». Biagini interpreta il tutto come «l'intento di metterci sotto pressione attentando alla libertà d'insegnamento e abolendo di forza il libro che egli aborre e che io ho finanziato per più della metà per mantenere basso il prezzo a vantaggio degli studenti». Arcangeli casca dalle nuvole e smentisce: nessun ostracismo, «tutto è nato-ricostruisce il preside-dalla protesta di studenti relativa ad alcune affermazioni contenute nel libro. Ho ricevuto la lettera di una studentessa cui si sono aggiunti altri che oggi sono rappresentanti degli studenti in Consiglio di Facoltà».
Nell'ultimo incontro «ho rinviato al Consiglio la questione in perfetta trasparenza e in quella sede ho affermato che l'ideale era conciliare le due posizioni: il diritto degli studenti e la libertà d'insegnamento». La patata bollente rimbalzerà nel prossimo consesso, ben certi che «non può esserci alcuna delibera, - conferma Arcangeli - ma ci saranno gli studenti neoeletti. Sto aspettando il parere dell'ufficio legale per capire fino a dove possiamo agire». Sulle sue posizioni politiche rimarca a fuoco: «Io le mie battaglie militanti le faccio fuori», e ribadisce: «Ho osservato e onorato il mio dovere di trasparenza. Se ci saranno strascichi il tutto approderà al Senato Accademico. È vero che il Consiglio non può deliberare, ma certamente valutare se nel testo ci sono affermazioni offensive e discriminanti». Arcangeli insiste: «Va difeso il diritto degli studenti; il caso non viene messo in discussione adesso, ma già era stato segnalato. Sono particolarmente attento alla questione etica, tant'è che stiamo approntando un Codice Etico». E Massimo Arcangeli, personalmente, cosa ne pensa del libro? «Sono profondamente turbato per quanto viene affermato nel testo. Il libro non può essere adottato in questo corso di laurea; Biagini non può alimentare cose che non sono formative e nulla hanno a che vedere con la geografia; basterebbe scegliere alcuni capitoli. Ma chi di dovere valuterà se il testo è discriminante o meno».

Biagini, vent'anni all'Università di Cagliari, decine e decine di studenti, saggi e romanzi, ricerche, finanziatore a fondo perduto dell'Università e un libro troppo cattolico a tirargli rogne. In nome dell'etica, naturalmente.

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