Promesse, ritardi e abbandono: così muore la ferrovia Roma-Lido

In pesante ritardo l’introduzione dei convogli dismessi dalla metro A che avrebbero consentito di intensificare il servizio: e poi niente tornelli né aria condizionata, scarsa vigilanza e molte stazioni insufficienti

«Frecce del mare» in ritardo di anni. Treni senza aria condizionata e frequenza delle corse più che doppia rispetto a quanto promesso. Sottopassaggi per diversamente abili chiusi da anni ma con le luci accese, giorno e notte. Porte aperte ai portoghesi e graffiti ovunque. La Roma-Lido è l’emblema del fallimento della cura del ferro somministrata ai romani da Rutelli e Veltroni. E all’inizio della stagione estiva, con l’aumento esponenziale del numero dei viaggiatori, riemergono tutte le magagne della ferrovia del mare.
La prima delle quali è il pesantissimo ritardo nell’arrivo delle «Frecce del mare», i vecchi MA 100 riciclati dopo più di 30 anni di servizio sulla Linea A della metropolitana di Roma. «Entro il 2007 entreranno in funzione 19 di questi treni, perfettamente rinnovati, sulla Roma-Lido», aveva annunciato il sindaco Walter Veltroni. La tabella di marcia prevedeva che tre treni sarebbero stati recuperati e riutilizzati entro il 2005, 6 nel 2006, 10 nel 2007. In realtà, come conferma il presidente di Metro, Stefano Bianchi, è stato da poco immesso in servizio appena il quarto convoglio della «Freccia del Mare». Un ritardo che non verrà recuperato, ma si aggraverà. «La previsione per l’immissione dell’ultimo treno è per la fine del 2010», spiega Bianchi. Il ritardo dell’arrivo delle «Frecce» serve alla Met.ro per giustificarne un altro: quello della trasformazione della Roma Lido in una «vera metropolitana», con riduzione dell’intervallo tra le corse a meno di 5 minuti, almeno nelle ore di punta. A tutt’oggi, infatti, il tempo di attesa medio è di 10-15 minuti.
Non è stata mantenuta nemmeno la promessa di dotare questi anziani treni di un efficiente sistema di aria condizionata. I vecchi MA, concepiti per l’uso in galleria, non hanno grandi finestrini e quelli che ci sono, per motivi di sicurezza, si aprono a compasso. D’estate, quindi, la temperatura all’interno dei vagoni è elevatissima. Con un ritardo di quasi due anni, è stato finalmente avviato un bando per l’allestimento degli impianti di aria condizionata. La gara è stata iscritta in Gazzetta europea il 6 aprile scorso. E il bando è scaduto lo scorso 14 maggio. Difficile che con i tempi tecnici (chiusura della gara, appalto, installazione e autorizzazioni) gli impianti siano in funzione prima dell’estate 2008. Le «Frecce del mare», infine, mal si adattano alle banchine delle vecchie stazioni della Roma-Lido: sono più strette dei treni storici della ferrovia del mare e per colmare il vuoto è stato applicato uno spessore. Resta però la differenza di livello tra il pavimento del treno e quello delle banchine: uno scalino disagevole per i disabili
Nessuna traccia nemmeno di tornelli di ingresso, né di vecchio tipo né, tanto meno, di quelli «alla francese» installati su alcune stazioni della linea B. Su tutta la Roma-Lido, porte aperte ai portoghesi. L’evasione tariffaria sulla ferrovia del mare raggiunge livelli record. Nessuno controllo, né all’ingresso né, tanto meno, sui treni. L’acquisto e la timbratura del biglietto è a discrezione personale dei passeggeri. Ma spesso viaggiare gratis è obbligatorio: emettitrici e vidimatrici sono spesso fuori uso. «Di notte vengono forzate», spiega un metronotte in servizio alla stazione Ostia-Castel Fusano. Le guardie giurate presidiano o pattugliano tutte le stazioni della Roma-Lido, ma il loro numero è insufficiente, nonostante una mozione del consiglio comunale del 26 febbraio scorso prevedesse il potenziamento della vigilanza. La stessa mozione prevedeva l’immediata copertura della stazione Tor di Valle che resta, però, desolatamente priva di ripari.

Avrebbe dovuto essere coperta (e interrata) anche la nuova stazione di Acilia, e l’area in superficie utilizzata come parcheggio di scambio. Ma il progetto non è mai stato completato e la parte «storica» della stazione versa in degrado.

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