Qualità della vita, non sempre le classifiche dicono tutto

Sono stati presi in considerazione i servizi, la soglia di reddito, le infrastrutture e la vitalità del tessuto produttivo, tutti elementi che devono contraddistinguere un centro urbano di grandi dimensioni

Qualità della vita, non sempre le classifiche dicono tutto
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Nelle città dove si vive meglio Milano riconquista il primato davanti a Bolzano e Monza. A stabilirlo è l'Indagine annuale sulla qualità della vita realizzata da Italia Oggi e Ital Communications, in collaborazione con l'Università Sapienza di Roma. Il metodo è lo stesso utilizzato anche da altre ricerche che vedono però Milano più indietro nelle posizioni: si prendono alcuni parametri di riferimento, si sommano i punteggi e si compila la top ten. In questo caso sono stati presi in considerazione i servizi, la soglia di reddito, le infrastrutture e la vitalità del tessuto produttivo, tutti elementi che devono contraddistinguere un centro urbano di grandi dimensioni. E infatti fanalini di coda troviamo Caltanissetta (107ma), Reggio Calabria (106ma) e Agrigento (105ma) che con Milano hanno oggettive differenze, anche quella di regalare ogni mattina a chi ci vive un sole spendente e un bel cielo azzurro che però in queste classifiche non fanno punteggio. Ma tant'è. Senza nulla togliere alle classifiche è chiaro che queste hit parade dicono solo un po' di verità. Milano non è Isernia, tanto per fare un esempio, anche se il Molise (che esiste eccome) ha un suo perchè. Non lo è perchè più di altri capoluoghi offre lavoro, cultura, opportunità. Perchè è la sede di Piazza Affari, delle grandi aziende e delle migliori Università, la più vicina all'Europa. Ma, al di là della retorica dell'accoglienza, Milano sta anche diventando la città più «esclusiva» d'Italia o più «escludente» come qualche giorno fa ha fatto notare uno studente della Bocconi, all'inaugurazione dell'anno universitario al sindaco Sala ricordandogli quanto siano proibitivi i costi degli affitti. Sta diventando una città che tanto parla di integrazione ma che si sta dimenticando (o finge di dimenticarsi) che oltre agli «ultimi» ci sono i «penultimi», cioè chi fa i conti con stipendi risicati. Milano esclude perché ormai è una città per ricchi. Costa tutto tantissimo: le case, far la spesa, divertirsi, fare sport, cenare, studiare. Costa muoversi e anche solo parcheggiare per andare al lavoro.

Multe escluse ovviamente, perchè sarà anche la città dove si vive meglio ma è anche quella dove si prendono più multe, un terzo in più di Roma e quasi il doppio che a Torino, un «accanimento» ingiustificato se si considera che la maggior parte sono per i divieti di sosta. Forse tutto ciò alle classifiche sfugge. Ma sulla qualità del buon vivere incide. Eccome se incide...

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