È il voltafaccia che ha seppellito la Prima repubblica. Tre giorni di passione, tre giorni per fare e disfare la tela di un decreto e per dire addio alle ultime chance di salvataggio di un sistema durato, bene o male, per mezzo secolo. Carlo Giovanardi che sul tema ha tenuto lo scorso anno un convegno non ha dubbi: fu tradimento e ad affossare il decreto fu Oscar Luigi Scalfaro. «Se quel decreto fosse stato firmato - nota Giovanardi - la prima Repubblica sarebbe sopravvissuta, sia pure malconcia». Invece la notte del 7 marzo Scalfaro si rimangiò la parola data e rimandò al mittente quel pezzo di carta. Per un sistema ormai sul punto di collassare, fra manette e avvisi di garanzia, fu il colpo di grazia. «Sarebbe bastato approvare quella norma - aggiunge Giovanardi - per gestire un futuro diverso, per avviare una transizione morbida verso nuovi assetti, comunque per salvare quel che di buono era stato costruito nei decenni precedenti». Non si salvò nulla. Il naufragio si portò vai tutto.
La norma, varata dal Governo Amato, in particolare dal Guardasigilli Giovanni Conso, era assai semplice: depenalizzava il finanziamento illecito, reato sconosciuto fino all’esplosione di Tangentopoli e poi grimaldello per scardinare tutti i vecchi partiti e colpire un’intera classe politica. Scalfaro, secondo la ricostruzione del sottosegretario alla Presidenza del consiglio, lesse il testo e lo benedisse. Letteralmente. Convocò tre parlamentari e disse che quella norma era sacrosanta. Anzi, li richiamò poco dopo per dire loro che si erano dimenticati di recitare un’Ave Maria alla Vergine e pregare per la vittoria di quella battaglia morale. Sembrava fatta. Ma il testo uscito dal Consiglio dei ministri e portato di corsa al Quirinale rimase prigioniero del Palazzo. Che cosa accadde la notte in cui venne assassinata, secondo Giovanardi, la prima Repubblica? Forse, Scalfaro si consultò, articolo per articolo, punto per punto, con Francesco Saverio Borrelli, uno degli uomini più potenti d’Italia in quel frangente. E il verdetto del kaiser di Mani pulite fu perentorio: bocciatura senza appello. Contemporaneamente, il pool Mani pulite ribattezzò spregiativamente quella norma decreto salvaladri; la solida imbarcazione uscita da Palazzo Chigi si rivelò una barchetta di carta. E la sua navigazione finì ingloriosamente ancor prima di cominciare.
Il pomeriggio del 7 marzo, con il pollice verso del pool, Scalfaro annunciò che non avrebbe firmato. Anche se, insieme a deputati e senatori, aveva ardentemente chiesto a Maria il sostegno morale per la riuscita dell’operazione. Il decreto fu ritirato e dimenticato in fretta, come un figlio indesiderato. Senza padre. Mani pulite salì ancora d’intensità. Si preparavano i mesi ruggenti dell’estate ’93, la morte del Presidente dell’Eni Gabriele Cagliari nel «canile» di San Vittore, il suicidio con un colpo alla tempia di Raul Gardini il giorno in cui sarebbe stato arrestato. Il 28 ottobre ’93 iniziava poi il processo Cusani, la piccola Norimberga della Prima repubblica, la fine di un’epoca fra i balbettii di Arnaldo Forlani, con la bava alla bocca, e le grintose risposte di Bettino Craxi ad Antonio Di Pietro. Inutile immaginare un finale diverso.
La Prima repubblica è scivolata via senza troppi rimpianti, almeno sul momento. La corruzione, invece, non è stata debellata, come insegnano le troppe inchieste di queste settimane, gli scandali, le ruberie da una parte all’altra del Paese. Ancora oggi molti si domandano se rubare per il partito, ovvero ricorrere alla pratica del finanziamento illecito, non sia peggio che rubare per sé, come le schiere di corrotti intercettati dai Pm in questi anni. Tema controverso e scivoloso. «Quel che però non è accettabile - sottolinea il senatore del Pdl - è il modo in cui si trascinò l’agonia della Prima repubblica, ovvero del parlamento cosiddetto degli inquisiti. In pratica un’intera classe politica si trasformò in preda, impallinata giorno dopo giorno da una pioggia di avvisi di garanzia spediti dal pool e da molte altre procure, in gran parte per finanziamento illecito. Dobbiamo aggiungere - è la conclusione - che molti di quei deputati furono infine assolti ma quel Parlamento, sferzato dal vento del giustizialismo, fu sciolto d’autorità da Scalfaro nel ’94. E la Prima repubblica fu definitivamente tolta di mezzo». «Il bucato - dirà Borrelli - lo hanno fatto gli avvisi di garanzia».
Insomma, se l’omicidio fu commesso dal capo dello Stato, il suggeritore dietro le quinte era il capo del Pool.
Quando il giudice Scalfaro uccise la prima Repubblica
Giovanardi ricostruisce la notte del 7 marzo ’93: la mancata firma sul decreto Conso che avrebbe depenalizzato il finanziamento ai partiti
Commenti
Vi prego, quando accadrà, dimenticatelo.
Nel nostro Paese si sono dimenticate Persone che tanto dettero alla Patria...per cui.
Non ne ho alcun dubbio. Onesto, serio e con grande personalità.
Dopo di lui solo Ciampi, ma molto dopo.
Ci vorrebbe qualcuno ora che uccida pure la seconda, ma pare che il coraggio non abiti più i colli fatali di Roma
Quando mi trovai per caso ma anche perché testimone tecnico di Di Pietro che lasciò a favore di altri più share di media e il processo finì male e bene per gli imputati, a chi pochi anni di galera che venne “ l’aiutino del Tar “ che lo scagionò e tutti vissero felici e contenti. Ebbene, quel giorno memorabile con sotto “ torchio” da Petrus, v’era Prodi er Mortadella che fosse strizzata, ebbene, si sentivano le urla sino nel corridoio dove stavamo appollaiati e con le orecchie alle pareti, forche e forconi insieme a tanti giornalisti, ma provate a chiedere a costoro: molti se si ricordano! Ricorreva un sussurro di voci di giornalisti nei corridoi che radio scarpa affermava che fosse arrivata una telefonata dal Presidente Scalfaro, così Romano er morta né uscì indenne: Una pagina sporca in una Milano da bere: pensate se questo metodo, fosse applicata alla scossa di “ Bere ” (Bari) cosa sarebbe successo alla Sinistra: un comune denominatore anche qui, dopo Emilano, Lorenzo Nicastro che indagò su Fitto, come mai non arriva per decenza, uno stop efficace sia dal Cm e dal Parlamento? Mi spiego, nessuno dove passare da un potere all’altro dello Stato! Ma come sappiamo molti di questi sono nelle fila di una disastrosa Sinistra capeggiata da un Di Pietro che non conosce, né Politica, né quei Valori per applicare Leggi dello Stato, negando i più elementari Diritti che un essere umano possa ricevere e, con Mani Pulite abbiamo visto uno Stato Giudizialista: forte anche se potenti, ma in quel momento deboli, e dolcezza per il 95%, visto che, questo era il dato di reati di micro criminalità la più odiosa: un’espressione utilizzata per definire piccoli crimini, ad esempio scippi, borseggi, piccoli furti, vandalismo in genere compiuto da minorenni ma pericolosi, come diceva il mio prof. di diritto e Pm ed anche F.F.Pres.te del Trib.le Min.le di Milano. In poche parole, i fatti sono fatti e non si spiega: come mai, passare in massa, dopo le indagini nelle file della Sinistra, usando le Leggi, come clava e schiavetti non “ poteva non sapere ” ecco i nomi: Di Pietro, Casson e D’Ambrosio o come quasi tutti i Segretari Anm e Fnsi diventati soloni e possedere Valori, Democrazia e regole? ’A fecc do’ chececavallo! Insciallah! Ciao, Vincenzo. http://www.facebook.com/nto
Tutto c'è nella politica meno che il rispetto per gli italiani che pagano le tasse. La magistratura è una bande di golpisti e di schizzofrenici, usano l'interpretazione delle leggi per fare terrorismo. ( mafioso scarcerato perche sa scrivere poesie) (SIG). In Italia gira denaro che non si sa da dove arriva, anzi, si sa da dove arriva dalla vendita della droga, non mi venite a dire che non si può debellare il traffico della droga, da li mangiano tutti, non c'è alcun dubbio. Borrelli, resistere, resistere, resistere, togliamogli la pensione a quel ma..le li, Scalfaro, mandiamolo via dal senato e togliamogli tutti i privilegi e le auto blu. diciassette anni di ****a ci hanno fatto mangiare quei due de....ti li, vergogna.. Scalfaro si appella a Maria,roba da matti, ha mai chiesto alla madonna se era d'accordo del suo comportamento
isideo
Grazie Zurlo, per avermi ricordato Oscar Luigi Scalfaro; il mio subconscio tende a farmelo dimenticare. Fu cattolico da burla, anzi da tragicommedia.
Uccise, e non solo la prima repubblica. Si dirà che un giudice deve seguire le leggi. Sbagliato. Deve dimettersi se quelle leggi (pena di morte) sono contrarie alla cua coscienza religiosa. Ha schiaffeggiato signore (gesto nobilmente cattolico), ha protetto la famiglia da scandali. (ma si sa, figlia e morosi architetti sono da difendere; ogni scarrafone...).Oggi è uno zombi (si può dire?) che aspetta il giudizio di S. Pietro.
Spero gli vada bene.
Non saprei, se fossi S. Pietro, quale girone scegliere.
Ma se poi si vuol credere che gli asini volano...continui pure nel suo delirio di frottole.
Non capisco proprio questa ossessione della destra di rinnegare Tangentopoli...ricordo ancora come Fede cavalcava con Brosio (poverino) la faccenda per ordine destibilizzante di Berlusconi.