Quando l'amore non ha un colore. Foto di famiglie e di diversità

In mostra 45 immagini di Lucas Possiede su coppie, fratelli e nuclei multietnici La curatrice dell'evento Maria Baravelli «Sembrano fluttuare nello spazio infinito»

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Dietro il muro dell'enorme (scritta) «indifferenza» che accoglie i visitatori al Memoriale della Shoah, ora (fino al 7 aprile) 45 scatti mostrano come «L'amore non ha colore». È questo il titolo della mostra progettata per l'Associazione Mamme per la pelle, prodotta da Nobile Agency, con la curatela di Maria Vittoria Baravelli. Il bianco e nero per dare ai sentimenti un valore universale: è stata la scelta di Lucas Possiede, celebre fotografo ritrattista che ha fermato occhi e sorrisi di 36 famiglie multietniche in un intreccio di sguardi come abbracci che dialogano con i visitatori restituendo quel messaggio che dà il titolo all'esposizione: l'amore non ha colore.

«I protagonisti, di etnie diverse all'interno dello stesso nucleo familiare, sono coppie, fratelli, sorelle, padri, madri, genitori e figli. Immortalati su uno sfondo bianco, che si fa rarefatto, «sembrano fluttuare in uno spazio infinito» commenta la curatrice Maria Vittoria Baravelli. «Mamme per la pelle» ha scelto così di raccontare la realtà. Lo fa attraverso storie belle, di eccezionale normalità per portare due messaggi: «che il colore della pelle deve avere la stessa importanza di quello degli occhi e che il razzismo è l'inganno sociale più lungo dell'umanità», come ben sintetizza Gabriella Nobile, fondatrice di Mamme per la pelle, Associazione di promozione sociale che dal 2018 sostiene le vittime di discriminazione razziale. «Non c'è la presunzione di educare a una cultura antirazzista, ma solo la consapevolezza di storie vere, dove la famiglia ha reso la diversità un valore. Ci siamo accolti, ci siamo riconosciuti e camminiamo insieme mano nella mano, dimostrando come si possano superare falsi preconcetti e pregiudizi sul colore della pelle».

Lei è in una di quelle foto. Con i suoi figli, adottati entrambi quando erano piccolissimi. È una di quelle narrazioni in bianco e nero, fuori dal tempo e dallo spazio. Le storie sono lì, una a fianco all'altra. Una diversa dall'altra. C'è Silvia di Palermo che stringe la sua bambina adottata quando aveva pochi mesi, arrivata in Italia su quel barcone in cui ha trovato la morte la sua mamma prima di sbarcare sul suolo italiano. C'è una coppia del lago di Garda che ha adottato prima Marcel, originario del Congo, poi Naomi anche lei del Congo per poi prendere in affido altri due ragazzi. Impiegati entrambi, lei lavora in un supermercato. Gente normalmente straordinaria. Tutto è nato un po' per caso. Dall'idea di realizzare dei bei ritratti familiari come regalo di Natale. Poi le foto erano troppo belle per restare in famiglia. E lui, il fotografo contagiato mentre scattava «da così tanto amore che non so quante volte mi sono emozionato».

L'amore non ha colore. Memoriale della Shoah, in piazza Edmond Jacob Safra, 1. Aperto dal lunedì alla domenica, dalle 10 alle 16 (chiuso il venerdì).

Apertura straordinaria ultimo venerdì del mese con ingresso gratuito, dalle 10 alle 18. La mostra è inclusa nel biglietto d'ingresso al Memoriale: 10 euro intero, 5 euro over 65 e studenti, 22 euro biglietto famiglia (2 adulti e 1 o 2 minori), gratuito per minori fino ai 6 anni.

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