Quei monumenti alla guerra nel cuore di Vienna

M astodontiche torri di cemento armato innalzano i loro corpi possenti e minacciosi verso il cielo. Si ergono per oltre cinquanta metri maestose come cattedrali e agguerrite come fortezze, annunciandosi allo sguardo come eterni monumenti alla guerra. Sono le grandiose torri della contraerea nazista che Adolf Hitler in persona fa costruire a Berlino, ad Amburgo e a Vienna, fornendo schizzi e disegni di suo pugno. Poderosi bunker antiaerei, svettano giganti per respingere i bombardieri degli alleati, mostrando al mondo intero l'immensa potenza bellica tedesca. Alla fine della guerra, secondo indicazioni dettagliate impartite dal Fuhrer stesso, dovranno essere ricoperte di marmi preziosi e decorate da grandi simboli nazisti, divenendo così i santuari nazionalsocialisti dove celebrare per sempre il regime e la sua vittoria finale: «Io non costruisco per il 1938 o 1939 - ammoniva il dittatore, affascinando il popolo tedesco - bensì per l'anno 2000 e 2200 e 2400!». Il temibile disegno fortunatamente non si realizzò mai, ma alcune di queste architetture militari rimangono ancora oggi intatte a Vienna. Lo documenta la mostra storico-fotografica «I templi incompiuti di Hitler. Archeologia bellica viennese», presentata fino al prossimo 13 marzo allo Spazio Guicciardini (via Guicciardini 6). L'esposizione, curata da Flavia Foradini e Edoardo Conte, proporrà al pubblico la storia di queste architetture militari che, scampate alle distruzioni della guerra, sorgono ancora oggi nei quartieri della capitale austriaca come tristi cimeli del conflitto mondiale. Secondo precise ricostruzioni storiche si è appurato che i faraonici progetti nazisti prevedevano addirittura l'edificazione di oltre venti di queste enormi strutture, tutte alte tra i 40 e i 50 metri, da utilizzare sia come sedi della contraerea ma anche come rifugi per la popolazione, infermerie e depositi per munizioni. Friedrich Tamms fu l'architetto nominato a realizzare il programma delle costruzioni, ispirandosi chiaramente, per volere dello stesso dittatore, a famosi edifici del passato, come il Mausoleo di Teodorico, Castel Sant'Angelo o Castel del Monte. Le torri furono fabbricate in spesso cemento armato e in tempi molto rapidi, utilizzando l'abbondante mano d'opera proveniente dai campi di prigionia tedeschi. Mentre dopo il 1945 gli edifici costruiti a Berlino e ad Amburgo subirono radicali trasformazioni o vennero distrutti, le torri di Vienna, tre da combattimento e tre da comando, rimasero intatte. Inserite all'interno del tessuto urbano, alcune addirittura in pieno centro storico, nel corso degli ultimi sessant'anni sono state di frequente oggetto di accesi dibattiti e grandi polemiche circa la loro persistenza e un possibile futuro utilizzo. A riguardo si sono mossi anche noti artisti internazionali come Christo e Lawrence Weiner e prestigiosi studi di architettura come quelli di Hans Hollein e di Coop Himmelb(l)au.

In realtà, nonostante due delle torri vengano oggi usate come acquario e come museo d'arte contemporanea, il complesso di queste architetture militari viennesi rappresenta in Europa un modello unico, molto diverso ad esempio dalle fortificazioni che gli stessi tedeschi fecero sulle coste dell'Atlantico. Negli ultimi tempi infatti la sovrintendenza alle belle arti di Vienna ha dimostrato un interesse sempre maggiore verso le torri contribuendo a far maturare nei loro riguardi un nuovo approccio estetico e di tutela.

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