Quel pianto disperato delle calciatrici iraniane Volevano giocare con il velo: sconfitte a tavolino

Allo stadio di Amman si doveva giocare la partita tra Giordania e Iran. Le iraniane sono scese in campo con il velo. Ma la partita non è mai iniziata: 3-0 a tavolino alla Giordania

Quel pianto disperato delle calciatrici iraniane 
Volevano giocare con il velo: sconfitte a tavolino

Le immagini di quelle ragazze iraniane che piangono hanno fatto il giro del mondo. Le lacrime erano scaturite non per l'ennesima repressione contro le manifestazioni di piazza, o per qualche nuovo divieto. Stavolta non c'entra nulla il regime di Ahmadinejad. Hanno pianto, quelle ragazze, perché sono state squalificate. Alla loro squadra, la nazionale di calcio femminile dell'Iran, è stato impedito di disputare il match con la Giordania perché le giocatrici volevano scendere in campo con il velo. A nulla sono valsi i tentativi di mediazione. Poco dopo l'ingresso in campo delle squadre, nello stadio di Amman, alla rappresentativa iraniana è stato impedito di giocare. Implacabile il commissario di campo della Fifa, originario del Bahrein: ha asssegnato la vittoria a tavolino per 3-0 alla Giordania, un risultato che escluderà le ragazze iraniane dal sogno olimpico di Londra 2012.

Lacrime e regole La foto delle undici calciatrici inginocchiate e in lacrime nel mezzo dello stadio di Amman, diffusa dall’agenzia stampa iraniana Mehr, ha fatto il giro del mondo grazie a internet. E' solo l’ultimo episodio di un lungo braccio di ferro tra la federazione calcistica internazionale e la Federcalcio iraniana relativa all’abbigliamento delle calciatrici della Repubblica Islamica.

Il compromesso Lo scorso anno, d'agosto, si erano svolte le Olimpiadi giovanili a Singapore. Tra le discipline c'era anche il calcio femminile. Il problema del velo si era proposto anche in quel'occasione. Essendo vietata, dalla Fifa, l'esibizione di qualsiasi simbolo politico e religioso, anche il velo era "fuorilegge". Non erano mancate le polemiche, cone le giocatrici iraniane assolutamente non disposte a giocare con i capelli al vento. Dopo un mese di tira e molla si era trovato un compromesso: niente velo per le calciatrici, ma la possibilità di raccogliere i capelli sotto un cappellino. Stavolta niente mediazione. Il buon senso, che aveva portato a una soluzione tutto sommato accettabile è stato accantonato in nome dell'intransigenza. La regola è stata applicata e il 3-0 a tavolino ha sancito la giusta punizione a norma di regolamento. Ma a vincere, stavolta, non è stato lo sport.

Di certo le regole sono regole: cosa accadrebbe se, un giorno, qualcuno si presentasse in campo, per una partita di calcio, calzando gli anfibi o in giacca e cravatta? E' evidente che questa "stranezza" non sarebbe tollerata in una partita ufficiale. Ma nell'atletica leggera è permesso correre, in pista, con il velo...

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