Giorno della memoria, Mattarella: “Auschwitz simbolo dell’abominio e della tentazione che ritorna”

Il presidente della Repubblica è stato alla manifestazione per l’ottantesimo anniversario della liberazione del campo di sterminio: "Momento storico di rinnovo del patto tra nazioni"

Giorno della memoria, Mattarella: “Auschwitz simbolo dell’abominio e della tentazione che ritorna”
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"La peste si è spenta, ma l'infezione serpeggia". Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha citato Primo Levi nel corso del suo intervento in occasione della celebrazione al Quirinale del Giorno della Memoria. Reduce dalla manifestazione per l’ottantesimo anniversario della liberazione del campo di sterminio, il capo dello Stato ha sottolineato che il più grande campo di sterminio che la storia ricordi è la "testimonianza dell'abominio di cui è capace l'essere umano quando abbandona la strada del diritto, della tolleranza, del rispetto della propria dignità e si incammina sulla strada dell'odio, della guerra, del razzismo, della propria dignità, della barbarie".

L'evento di ieri "tesse insieme, in un'unica tela, passato e futuro, memoria e responsabilità di oggi", ma anche "il significato di rinnovare un patto tra le Nazioni e i popoli che, in tempi difficili come quelli che stiamo attraversando, in cui la violenza, l'aggressione, l'inimicizia, la guerra sembrano voler prendere il sopravvento, accende una speranza". Auschwitz "è un monito insuperabile e, insieme, una tentazione che sovente affiora", ha proseguito il presidente della Repubblica, definendo il campo di sterminio polacco come "il culmine di un sistema, punto d'approdo di un'ideologia barbara e disumana, l'ignobile frutto di un pensiero e di una mentalità piuttosto diffuse, che affondano le radici in secoli di pregiudizi, di razzismo, di antisemitismo, di paura del diverso, di rifiuto del dialogo, di teorie pseudoscientifiche di superiorità, di razza o di nazione, di filosofie ispirate alla violenza, alla sopraffazione, alla volontà di potenza e al dominio".

Ma Auschwitz è anche la conseguenza diretta delle leggi razziste, "ignominiosamente emanate anche in Italia dal regime fascista e della furia antiebraica nazista di cui il regime fascista e la Repubblica di Salò furono complici e collaboratori, fino alla 'soluzione finale'", la sottolineatura di Mattarella: "Auschwitz rappresenta l'abisso più profondo e oscuro mai toccato nella storia dell'umanità. Un universo di orrore e di abiezione, che appartiene a quello stesso genere umano che oggi guarda a quella stagione con dolore, sconcerto, talvolta con la tragica indifferenza di chi pensa che si tratti di un passato che non può tornare".

Nonostante la definitiva sconfitta del nazifascismo in Europa, con la ripresa delle democrazie, le ferite non si sono mai del tutto rimarginate secondo il capo dello Stato. A suo avviso, infatti, ombre, parole e fantasmi continuarono - e continuano - a generare inquietudine. Mattarella ha tenuto a stigmatizzare senza mezzi termini il risorgente antisemitismo: "Gli italiani di origine ebraica hanno dato un fondamentale contributo alla costruzione italiana ed europea, sono in casa propria, quella condivisa con tutti gli altri concittadini, liberi, protetti, rispettati e tali hanno il diritto di sentirsi. È la Costituzione a stabilirlo solennemente". Una battuta anche sugli insulti rivolti alla senatrice a vita Liliana Segre, presente al Quirinale: "È doloroso e inaccettabile che vi siano ignobili insulti razzisti alla senatrice Segre, su quei social media che sono nati come espressione di libertà e che rischiano invece, sovente, di diventare strumento di violenza e di negazione di diritti. Occorre mettervi un argine. Sono reati gravi, che vanno perseguiti a tutela della libertà e della giustizia".

Mattarella s'è detto preoccupato per il ritorno di un linguaggio di odio e per la minaccia continua alla sicurezza e alla stessa esistenza del popolo di Israele, così come quando - "dopo l'orrore del 7 ottobre" - è avvenuto "di sconvolgente nella Striscia di Gaza, provocando la morte di tante migliaia di innocenti civili palestinesi".

Mattarella ha colto l'occasione per soffermarsi sulla situazione in Medio Oriente, invocando il rispetto della tregua, soluzione necessaria per arrivare a un processo di vera distensione verso la soluzione dei "due Stati, due popoli": "L'unica in grado di cercare di dissolvere i giacimenti di odio che si sono ulteriormente accresciuti".

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