Soltanto al gol di Biabiany, dopo 85 minuti di sofferenza, Massimo Moratti si è lasciato andare ad un piccolo ammiccamento. Quando poi è sceso in campo per sollevare la coppa, abbracciando tutta la squadra, dai magazzinieri a Rafa Benitez, aveva un sorriso che nemmeno nei miglior spot di dentifrici: la sua Inter è sul tetto del mondo, 45 anni dopo il trionfo del padre Angelo. «L’atmosfera mi ha ricordato molto quella di un tempo: è un ricordo che ritorna vivo. Questo è il completamento di un momento importante - esulta con la coppa in mano («quanto pesa», annota di gusto)- , ma ora bisogna ripartire da capo. Senza dubbio Benitez ha impostato bene la partita, per il resto i giocatori hanno dato tutto. Credo che questa vittoria sia un buon viatico per iniziare con forza il resto del campionato: sarà una bella scommessa provare a recuperare i punti che distanziano dal Milan». Di tutto si sarebbe aspettato il presidente tranne, nel momento di massimo tripudio, l’improvvisa e personale rivincita di Benitez. Raggiunto l’obiettivo principe dell’annata nerazzurra, lo spagnolo - aspramente criticato, a torto o a ragione, per buona parte della stagione fin qui trascorsa - non aspetta nemmeno di rientrare in Italia per togliersi qualche sassolino (o sassolone?) dalla scarpa. Dopo le dovute frasi di rito, «La prima cosa è la felicità, dedico questo titolo a tutta la gente che ha lavorato insieme a noi, alla mia famiglia ed a Samuel che non c’era », ecco la bordata al presidente Moratti. Con la coppa in mano, cambiano i rapporti di forza, ora Rafa non ha più motivo per starsene seduto in un angolino ad ascoltare i rimbrotti presidenziali: «Il Mondiale per club-dice l’allenatore dell’Inter in una conferenza stampa che si accende di colpo era un appuntamento fondamentale. Lo abbiamo centrato e adesso ci deve dare la spinta per il resto della stagione. Questo è un momento di felicità, ma non si può più andare avanti così perché ho bisogno del supporto al cento per cento della società. Quando sono arrivato il club mi aveva promesso tre acquisti per costruire una squadra ancora più forte. Invece non è arrivato nessuno. Sono un professionista serio e merito rispetto per il mio lavoro. Adesso ci sono tre possibili strade: o la società fa un progetto e compra quattro giocatori subito a gennaio; o andiamo avanti così,con l’allenatore come unico colpevole; oppure il presidente parla con il mio procuratore e troviamo un’altra soluzione ». Chiari, quasi cristallini, i riferimenti alle polemiche delle passate settimane, quando più di una volta lo spagnolo è stato sull’orlo dell’esonero. E Rafa Benitez, in una serata che man mano ha cambiato faccia - dalla gioia della vittoria ai rimbrotti e alle accuse per quanto accaduto nei mesi scorsi- entra nel merito anche dei continui infortuni: «Ci sono delle cause precise, a partire dall’età avanzata della squadra. Poi, negli ultimi due anni, i giocatori sono stati spremuti e non è stato seguito un programma di lavoro in palestra. Ovviamente sono questi i risultati». Una puntualizzazione che colpisce subito nel segno, vista la replica quasi stizzita di Moratti: «Un supporto? Non è il momento di chiederlo, non decidiamo adesso: ma aspettiamo, vedremo come muoverci...». Assorbita l’euforia per il quinto titolo del 2010,per l’Inter il nuovo anno partirà col fiatone, oltre alle due partite di campionato, bisogna recuperare l’abbondante gap dal Milan capolista: «Abbiamo visto che ancora mancano un po’ le gambe, ma con questa qualità e allenandosi sarà più facile vincere le partite», l’annotazione di Benitez che spiega con la stanchezza di alcuni giocatori anche l’esclusione di Stankovic dalla formazione titolare: «C’erano molti giocatori stanchi e Maicon che rientrava». Anche se il serbo non riserba lamentele al tecnico: «È una ferita aperta, quella di non essere partito dall’inizio». Una scelta difficile ma che alla fine ha premiato il tecnico. E a sentire le parole dei neocampioni del mondo, tutta la squadra è con lui. «Abbiamo concluso un anno fantastico - esulta il capitano Javier Zanetti, che ha ritirato la coppa indossando la maglia numero 25 di Walter Samuel, infortunato - .
Abbiamo sempre detto che la squadra è con Benitez e se siamo al completo possiamo competere con chiunque, ci teniamo a continuare a vincere: è un percorso stupendo che è nato con la prima coppa Italia di Mancini, sei anni fa. Sei anni in cui siamo stati molto continui e la famiglia Moratti si merita questo traguardo».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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