«Con una raffica di modelli diamo l’assalto al mercato»

ParigiTra i tanti marchi della collezione di gm, Chevrolet è stato uno dei pochi a salvarsi dalla tempesta che ha investito l’ormai ex costruttore numero uno al mondo. Ed è la firma che più sta contribuendo al suo rilancio a tempo di record. Il direttore delle vendite di Chevrolet Europe, l’italiano Cesare Prati, illustra al Giornale il ruolo della marca del cravattino nella nuova era di General Motors.
Come si spiega la guarigione lampo?
«È stata messa in atto una pesantissima cura dimagrante. Per nostra fortuna, inoltre, i mercati dove Gm è più forte, cioè la Cina, il Medio Oriente e il Sudamerica, sono andati fortissimo, controbilanciando il calo in Europa e altrove. E negli Stati Uniti siamo al di sopra della soglia che consernte di produrre in utile».
Quanto incide Chevrolet su questo recupero?
«In termini di volume, oggi il marchio Chevrolet vale già il 50% delle vendite di Gm. Ma l’anno prossimo potremo fare un altro balzo in avanti, poiché entreranno in gamma nuovi prodotti che ci permetteranno di entrare nel 50% del mercato, contro il 25% attuale. E in Italia, dal 48,6% di oggi passeremo nei prossimi tre anni al 90%».
Quali sono i nuovi modelli in arrivo in Europa?
«La Orlando, con la quale contiamo di conquistare il 5-6% del mercato delle monovolume medio-grandi. Poi la nuova generazione del Suv Captiva e della piccola Aveo. Amplieremo la gamma della berlina Cruze con la variante a 5 porte, carrozzeria che in Europa va per la maggiore. Infine riporteremo nel Vecchio continente due icone del marchio, la Camaro e la Corvette, e daremo il via alla commercializzazione della Volt, la prima vettura elettrica di Gm».
Dove saranno fabbricate queste vetture?
«Arriveranno tutte dalle fabbriche dell’ex Daewoo, in Corea del Sud, eccetto le tre americane».
Con questa offensiva di prodotto dove pensate di arrivare?
«Nei Paesi dell’Unione europea allargata, lo scorso anno eravamo al 2,3% di quota di mercato. Quest’anno, con 490mila unità, contiamo di salire al 2,5%, grazie a un mix di vendite più ricco del previsto che ha controbilanciato lo stop agli incentivi. Poi ci aspettiamo 5 anni di crescita, con la prospettiva di arrivare nel 2015 a vendere un milione di unità nell’arco di un anno».
Come verrà posizionato il marchio?
«Punteremo sulla praticità delle nostre vetture e sul value for money (ciò che si ottiene in cambio di ciò che si spende, ndr) con l’aggiunta di un po’ di passione e di “american dream”».
La Volt, però, non sarà un modello economico. Come pensate di venderla?
«Per il momento posso dire che negli Usa viene lanciata al prezzo d 40.995 dollari, che scendono a 33.495 con lo sconto fiscale. Si può acquistare con un anticipo di 2.500 dollari, pagando il resto a rate».
C’è collaborazione tra Chevrolet e Opel?
«Sì. Alcune sinergie sono già state messe in atto.

La nuova Aveo, per esempio, nasce su una piattaforma condivisa, la Small di Gm».
Entreranno in gamma anche i veicoli commerciali leggeri?
«Sarebbero un’opportunità. Ci stiamo pensando. Ma non è un ipotesi per il breve termine».

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