Rai, mozione dei finiani contro Masi e Minzolini E Santoro: "C'è mobbing, così non vado avanti"

Fli ha depositato alla Camera una mozione per impegnare il governo ad assicurare il pluralismo nel servizio pubblico radiotelevisivo: l'obiettivo è il direttore del Tg1 Minzolini. Ma Garimberti lo difende: "L'obiettività assoluta non esiste". E Santoro contro tutti: "Non applicherò la circolare di Masi"

Rai, mozione dei finiani contro Masi e Minzolini 
E Santoro: "C'è mobbing, così non vado avanti"

Roma - Una mozione per impegnare il governo ad assicurare il pluralismo nel servizio pubblico radiotelevisivo. A presentarla è stato il gruppo alla Camera di Futuro e Libertà. La mozione è stata firmata da tutti i deputati finiani ed ha come primo firmatario il capogruppo Italo Bocchino e ha come obiettivo dichiarato la "testa" del direttore del Tg1, Augusto Minzolini. Dura anche la posizione del conduttore di Annozero, Michele Santoro: "Non applicherò la circolare di Masi. Non accettiamo ingerenze esterne, mi rifiuto di applicare dei tentativi di limitare la libertà di espressione e non ho paura".

La mozione Nella mozione per il pluralismo dell’informazione in Rai depositata stamane dal gruppo di Fli alla Camera si sottolineano quelle che si ritengono mancanze del direttore del Tg1 Augusto Minzolini e del dg Rai Mauro Masi. Il Tg1 "attraverso gli ormai famosi editoriali del suo direttore partecipa al dibattito politico e istituzionale a sostegno di determinate posizioni o proposte legislative", mentre il direttore generale "è giunto ad avocare una responsabilità sostanzialmente esclusiva sui programmi di informazione e approfondimento politico, secondo criteri, che appaiono chiaramente ispirati a valutazioni di opportunità politica e non al rispetto degli obblighi connessi al servizio pubblico di informazione". E così, mentre per i talk show giornalistici e le trasmissioni di approfondimento politico vengono impedite le partecipazioni "diretta o indiretta del pubblico", il "direttore del Tg1 può continuare liberamente a partecipare al gioco politico, intervenendo, in prima persona, a sostegno delle posizioni del presidente del Consiglio contro quelle del presidente della Camera" attacca Fli.

L'obiettività assoluta "Non so nulla di questa mozione, sono totalmente ignorante sull’argomento. Ma in generale dico ancora una volta che noi siamo servizio pubblico e non servizio dei partiti. Detto questo, non esiste l’obiettività assoluta, non può esistere". Lo ha detto il presidente Rai Garimberti a proposito della mozione presentata dai finiani alla Camera. Garimberti ha risposto sottolineando che "pretendere l’obiettività a 360 gradi è chiedere troppo. Ma - ha aggiunto - la completezza dell’informazione, non ignorare questo o quel protagonista dovrebbe far parte della nostra deontologia e della nostra linea di comportamento".

La denuncia di Santoro La conformità dei programmi Rai alle scalette? "E' una rottura di scatole, è mobbing di chi? di Berlusconi? Ormai in Rai c’è una situazione kafkiana e la gente sta impazzendo". Al termine di una lunga conferenza stampa di presentazione di Annozero, Santoro denuncia: "Non è che a Rai Due ci sono bolscevichi, persino Liofredi ormai si sente umiliato. Piuttosto si dica che un programma non si vuole fare, ci si prenda questa responsabilità oppure si deve dimostrare a qualcuno che si sta facendo qualcosa? Allora andiamo allo showdown". "Ma io posso andare in onda anche senza studio, la parola non me la tolgono - conclude - quella ce l’ho ancora e continueremo a denunciare ciò che accade".

Masi a Santoro: "Il problema è il contraddittorio" "Il problema chiaramente, non è Travaglio sì Travaglio no, nè la persona di Marco Travaglio che è un professionista che fa il suo mestiere, nè il fatto che sull’eventuale contratto di Travaglio possono esistere problemi di natura giuridica in relazione alla governance aziendale - spiega il direttore generale della Rai, Mauro Masi - Il problema vero è proprio la mancanza di contraddittorio e il pluralismo". Secondo Masi, è "davvero pensabile che il servizio pubblico radiotelevisivo, che per sua stessa natura si rivolge a tutti i cittadini, faccia le sue trasmissioni di approfondimento informativo attraverso monologhi senza contraddittorio? Solo un esempio, se una trasmissione esprime sempre e comunque una posizione 'giustizialista' alla Travaglio dovrebbe essere in grado di esprimere anche una posizione 'garantista', alla Vittorio Sgarbi. Quindi nessun problema sulle persone, ma decisioni da prendere serie e ponderate sui fondamenti del servizio pubblico".

Garimberti contro la Dandini "Io sarò un vecchio signore, d’altri tempi ma credo che non sia opportuno che all’interno della stessa azienda si faccia satira politica o quello che è su altre persone della stessa azienda. Ritengo invece occorra sempre fare il gioco di squadra". Il presidente della Rai Paolo Garimberti, a margine del Prix Italia in corso a Torino, risponde così a chi gli chiedeva un giudizio sullo spot della trasmissione tv Parla con me di Serena Dandini con l’imitazione del direttore del Tg1 Minzolini da parte del comico Max Paiella.

"Fa parte di una mia vecchia mentalità forse superata dai tempi - ha aggiunto Garimberti -, ma penso che lo spogliatoio conti, se lo spogliatoio si rompe la squadra non vince". Il presidente di viale Mazzini si chiede invece "se abbia senso un servizio pubblico così com’è in Italia?". A suo giudizio "Sì se è fatto bene e pensa al pubblico e non ai partiti".

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