Non esiste il Festival senza di noi, il marchio è inscindibile dal format. È questa la tesi alla base dell'appello che la Rai ha presentato ieri contro la sentenza del Tar della Liguria per disinnescare la possibilità di perdere l'organizzazione del Festival che per la tv di Stato sarebbe un disastro. Il Tar, lo scorso dicembre, aveva dichiarato illegittimo l'affidamento diretto del Festival all'azienda pubblica da parte del Comune di Sanremo. In sostanza, dalla prossima edizione, l'amministrazione ligure dovrebbe procedere con un bando di gara aperta a tutti a sobbarcarsi la realizzazione di un evento così mastodontico. La Rai aveva già annunciato di voler fare ricorso e ieri gli avvocati, a pochi giorni dall'inizio della kermesse, hanno depositato gli atti. La questione è parecchio complicata: la sentenza si gioca sulla distinzione tra la titolarità del marchio «Festival della canzone italiana» (registrato nel 2000) che è in capo al Comune di Sanremo e il format tv da sempre in capo alla Rai. Quest'ultima intende accertare la «piena legittimità delle delibere della concessione del marchio in uso esclusivo» e sottolinea che, comunque, «nessuno è titolato a realizzare il Festival nella sua versione attuale all'infuori di Rai».
Per convincere i giudici a lasciare le cose come stanno, gli avvocati puntano anche sul fattore interesse nazionale, sottolineano anche come l'amministrazione comunale non sarebbe in grado di organizzare e trasmettere un programma tv pari a quello Rai e che, per giunta, bisogna già cominciare a preparare quello del 2026. Tutta la questione è stata sollevata da un discografico, Sergio Cerruti della Just Entertainment, etichetta discografica indipendente, che ha presentato una manifestazione di interesse per acquisire i diritti del Festival e che da tempo, secondo quanto da lui raccontato, «porta avanti una battaglia per il rispetto delle regole».
In caso vincesse, proverebbe a organizzare la kermesse con una cordata di imprenditori. La Rai, in ogni caso, potrebbe realizzare il Festival in un'altra città cambiando semplicemente nome, ma certo non sarebbe la stessa cosa.
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