da Torino
Precampionato finito, visto che mercoledì contro la Biellese mancheranno tutti i nazionali. E Juve con tanti dubbi. Soprattutto, con la sensazione che la campagna acquisti non abbia sortito gli effetti sperati. Anche contro il Milan, nel Trofeo Berlusconi di venerdì, le cose migliori in casa bianconera sono arrivate da Nedved e Del Piero: non ci fossero stati loro, difficilmente la Juve si sarebbe affacciata dalle parti di Dida. A meno di una settimana dallesordio in campionato nelle insolite vesti di neopromossa, quello bianconero è un prodotto ancora grezzo: il problema è capire se, una volta affinati certi meccanismi, il risultato finale sarà allaltezza delle grandi oppure no. Per il momento le sensazioni non sono positive: tralasciando lattacco, reparto sulla carta affidabile soprattutto in virtù dei soliti Del Piero e Trezeguet (e a questo proposito cè chi storce il naso per gli oltre 11 milioni spesi per Iaquinta), grandi punti interrogativi ci sono invece su difesa e centrocampo. Davanti a Buffon, Ranieri ha scelto Criscito e Andrade, un giovane abbinato a un giocatore di esperienza: peccato però che, alla prima disattenzione, i due vengano puniti senza pietà. Inzaghi ci è andato a nozze, prima ancora era toccato a Gilardino e Mexes: manca una guida sicura, questo è quanto emerso finora. Ranieri non «vede» Chiellini centrale né ha mai provato in quel ruolo Zebina, così come ha emarginato da subito Legrottaglie e Boumsong, sempre sulla lista dei partenti. «Il mercato in entrata è chiuso», hanno recitato Cobolli Gigli & C. nel post Luigi Berlusconi: se così sarà, Buffon dovrà rassegnarsi agli straordinari e non è detto che basti visto landazzo del precampionato. Se si esclude la goleada contro la Roma a Cesena, dopo che comunque la squadra era andata sotto di due reti in venti minuti, la Juve ha vinto solo contro Mezzocorona (serie C2), Cina olimpica e Napoli, perdendo contro Newcastle, Amburgo, Inter e Milan (due volte), pareggiando contro Sunderland e unInter zeppa di seconde linee. «Stiamo costruendo, lasciateci lavorare», ha quasi implorato Ranieri. La Juve non è però squadra cui concedere tempo anche se, dopo i proclami di luglio, adesso un po tutti ammettono che «raggiungere la qualificazione alla Champions sarebbe un traguardo eccezionale». Serviranno pazienza e determinazione, ma bisognerà anche che Tiago si svegli dal torpore e giustifichi i 13,5 milioni spesi per strapparlo al Lione.
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