Con Renzi la «nuova» casta è come prima

Caro Sallusti, è sempre complicato valutare la congruità di uno stipendio. Alla sua formazione concorrono varie voci: il merito, la responsabilità, il tempo dedicato, la fatica, il rischio. Forse meno semplice ancora risulta determinare quale sia in una società civile la differenza massima accettabile. Nel caso dei faraonici stipendi Rai non è certo stato applicato il criterio di Platone risalente a circa 2400 anni fa: «Il più ricco non può guadagnare più di cinque volte il più povero».

Mauro Luglio

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Caro Mauro, di fronte a Platone alzo le mani anche se parliamo, come lei ricorda, di 2400 anni fa. Più di recente Winston Churchill disse una cosa nella quale mi riconosco: «Il capitalismo è una ingiusta ripartizione della ricchezza, il comunismo è una giusta distribuzione della miseria». Personalmente non sono per mettere tetti alle retribuzioni a due condizioni. La prima è che chiunque abbia la possibilità di salire le scale che portano a superare il tetto. La seconda è che i nuovi tetti siano proporzionali alla casa costruita. Un buon manager ridistribuisce la ricchezza in modo indiretto, creando cioè occupazione e valore per il Paese nel quale opera la sua azienda. Nel caso della Rai, non mi scandalizza il valore in sé dei super stipendi ma la poca trasparenza sui criteri con i quali sono stati assegnati. Davvero quelle persone valgono quei soldi, davvero i loro ruoli sono indispensabili per lo sviluppo dell'azienda? E soprattutto è l'ennesima presa per i fondelli dell'opinione pubblica alla quale Renzi, con fare moralista, aveva giurato rigore nelle retribuzioni dei dipendenti pubblici.

Del resto questo governo aveva iniziato sbandierando il taglio delle auto blu ed è finito col comprare un super aereo per gli spostamenti del premier; aveva giurato tagli alla spesa pubblica ed è successo esattamente il contrario; aveva promesso lo stop ai consulenti strapagati e si è circondato di amici e parenti a libro paga. Abbiamo insomma sostituito una casta con un'altra. Un classico tutto italiano.

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