
Dici mercato comunale coperto e pensi a tante cose. Ci sono quelli dove si andava da piccoli con i nonni per fare la spesa. E che dagli anni Settanta sono rimasti uguali. Strutture un po' fané con le volte in cemento armato e i banchi colorati dalla frutta. Alcuni più decadenti, altri più moderni che ospitano al loro interno le eccellenze gourmet e i prodotti tipici. Ciascuno ha una personale fisionomia, sono 21, distribuiti nei vari municipi tranne che in centro. Quando li metterà a posto il Comune?
Sta per partire un restyling personalizzato quasi in ogni zona e interesserà 15 mercati per un totale di 18mila metri quadri di fabbricati, il valore patrimoniale stimato è di 20 milioni di euro. Il Consiglio comunale ha approvato il loro conferimento a Sogemi, la stessa società che gestisce il mercato alimentare e che è controllata interamente da Palazzo Marino, insieme alle aree dell'ex campo nomadi di via Bonfadini. Quest'ultima, bonificata, diventerà la porta sud del mercato di via Lombroso per agevolare il traffico delle merci. «Gli immobili e le aree saranno trasferiti nello stato in cui si trovano ha spiegato Alessia Cappello, assessore allo Sviluppo economico che, assieme al collega Emmanuel Conte (Risorse finanziarie), ha proposto l'iniziativa - Sogemi si occuperà a proprie spese della loro riqualificazione. L'obiettivo è realizzare una rete di punti di vendita di beni alimentari al dettaglio, rinnovati nelle strutture e negli impianti, polifunzionali, integrati con altri servizi e distribuiti in tutti i municipi». Presidi accesi, insomma. E mai come in questo momento fondamentali per la città. Perchè solo 15 e non 21? «Di sei non possediamo la proprietà» ha chiarito Cappello. Sono quelli delle vie San Paolino, Alex Visconti, Darsena, Ponte Lambro e i mercati dei fiori ai cimiteri Maggiore e di Lambrate. «I mercati coperti sono un patrimonio importantissimo, la loro presenza non è scontata, non tutti i comuni li possiedono - ha spiegato l'assessore - Sono visti dai cittadini come punti di riferimento per poter fare la spesa sotto casa ma sono anche luoghi di ritrovo e di scambio». Non solo negozi e bancarelle, molti ospitano vari servizi, dai doposcuola ai ritrovi per anziani. Il più antico di Milano è quello di viale Monza, quartiere NoLo, è in uno stabile del 1933. Ospita l' Off Campus del Politecnico che ha una radio di quartiere, da qui partono svariate iniziative, dal servizio spesa per gli anziani, alle attività di integrazione. L'immobile è un gioiello architettonico su tre piani, ma se ne sta usando uno solo. Ci sono alcuni stalli vuoti e c'è bisogno di rifare i bagni. Sogemi ha già classificato gli interventi fra importanti e leggeri. I primi prevedono una ristrutturazione completa fra interni ed esterni (l'investimento stimato è 1.200 euro per mq), i secondi il rinnovo delle finiture, dell'illuminazione e degli arredi (stima di 850 euro per mq). Resterà il simbolo del Comune e tutti avranno la stessa insegna ed elementi grafici somiglianti.
«Accogliamo la decisione del consiglio comunale con forte senso di responsabilità - ha dichiarato Cesare Ferrero, presidente di Sogemi - Saremo un partner di sviluppo per i mercati coperti, in collaborazione con il Comune e con i municipi e perseguiremo i migliori standard della sostenibilità economica e sociale, dell'innovazione tecnologica e organizzativa. Il cibo è un volàno di sviluppo insostituibile per Milano e le sue comunità». Quando finiranno i lavori? «Entro 5-6 anni, partendo da quelli a rischio chiusura» ha promesso Cappello.
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