«Ricordiamo le vittime civili dei partigiani»

Giuseppe Giudici (59 anni), Gianfranco Moro (21), Giuseppe Zanicotti (27), Ettore Brambilla (46), Antonio Beltramini (55), Enrico Masnata, Fino Re (32), Edoardo Zanini (30), Giovanni Maggioli (16). E poi Amelia Berlese (49 anni), Primo Brioschi (12), Gianfranco Bargigli (13) e Gianstefano Zatti (5). C’erano anche una donna e tre bambini quella mattina dell’8 agosto 1944 in piazzale Loreto, angolo viale Abruzzi. Il maresciallo Karl, il Carlùn per i milanesi della zona perché era grande e grosso, stava scaricando da un camion tedesco verdura, patate e frutta che la Staffen-Propaganda acquistava al mercato di Porta Vittoria, aggiungeva agli avanzi delle mense militari e regalava ai milanesi ridotti alla fame dalla guerra e dai bombardamenti alleati. Tredici morti civili, oltre ai cinque militari tedeschi e ai molti feriti di cui alcuni gravi che nessuno ricorderà oggi, anniversario numero sessantatré dell’eccidio dei quindici partigiani e antifascisti presi dal carcere di san Vittore e fucilati per rappresaglia su ordine del capitano SS Theodor Emil Saevecke. «Milano - la proposta del capogruppo di An Carlo Fidanza - non può continuare ad avere una “memoria separata”. Chiedo che ci si faccia finalmente carico di ricordare chi, civile innocente, morì nell’attentato in viale Abruzzi mentre faceva la coda per una michetta. Spero che anche lì venga apposta una targa e che vi si svolgano celebrazioni altrettanto solenni». L’invito proprio nei giorni in cui anche nelle istituzioni, a pochi giorni dalla morte, qualcuno chiede di onorare la figura del partigiano Giovanni Pesce nel Famedio, il luogo dei milanesi illustri. Lui negò sempre la firma dei Gap su quella strage, ma anche molti storici non gli credono.

Oggi, intanto, l’appuntamento per ricordare i morti «ufficiali» è alle 9,30. Con l’assessore Giovanni Terzi, il consigliere Sveva Dalmasso in rappresentanza del governatore Roberto Formigoni e il presidente dell’Anpi Tino Casali.

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