Per una rifondazione illuminista

Colonialismo e comunismo hanno tradito l’antico spirito. E l’uomo di oggi deve recuperarlo

È di imminente uscita presso Garzanti la traduzione italiana dell’ultimo libro dello storico Tzvetan Todorov, L’esprit des Lumières (pubblicato da Robert Laffont nell’ottobre dello scorso anno): Lo spirito dell’Illuminismo (pagg. 130, euro 11). Si tratta di una limpida disamina su ciò che è stato il periodo dell’Illuminismo in Francia e altrove, per giungere a trattare le sue ripercussioni nelle epoche successive fino all’oggi, «in un continuo andirivieni tra passato e presente», come è detto nella breve nota introduttiva.
Todorov riconosce quanto proprio sul «progetto» dell’Illuminismo - così lo definisce - si fondino le moderne istanze legate al principio di universalità e autonomia (rispetto a qualsiasi credo, di natura religiosa o politica, imposto dall’esterno), nel nome di una libertà di coscienza che è anche e soprattutto possibilità di scegliere il proprio approccio all’esistenza, basato su una conoscenza già di per sé «liberatrice». L’affermarsi dell’inalienabilità dei diritti umani, uguali per tutti, e dunque le non mai cessate lotte contro la discriminazione dinnanzi alla legge delle donne, degli emarginati, dei bambini: tutto ciò affonda le radici in una temperie culturale fautrice di un nuovo umanesimo, ovvero antropocentrismo. Ciascun essere umano è un unicum irripetibile, e al contempo accomunato ad ogni altro essere per diritto inalienabile a reggere personalmente le proprie sorti, a perseguire con ogni sua forza la ricerca della felicità su questa terra.
Ma la trasmissione di secolo in secolo del pensiero dei Lumi non avviene in maniera lineare, né esente da fraintendimenti e strumentalizzazioni. Lo studioso elenca le accuse che nel corso del tempo gli sono state rivolte, quando altro non erano che cattive applicazioni di quei principi; per giungere infine a postulare una «rifondazione dell’Illuminismo, che custodisca l’eredità del passato ma la sottoponga ad un esame critico, confrontandolo lucidamente con le sue conseguenze desiderabili e indesiderabili».
Passa dunque in rassegna le male interpretazioni dello spirito dell’Illuminismo, ad esempio da parte dei fautori del colonialismo tra il XIX e il XX secolo: se l’uguaglianza e l’universalità dei valori sono da perseguire, ecco dunque giustificate le invasioni di territori più arretrati, allo scopo di portare la civiltà a quelle popolazioni; laddove in realtà sono soltanto gli interessi nazionali ad agire sullo sfondo. E a maggior ragione l’accusa riguarda i regimi totalitari: dopo la morte di Dio, scrive Giovanni Paolo II nel suo libro estremo, Memoria e identità, e la conseguente incoronazione dell’uomo come sovrano e centro del mondo, nulla di più facile che abbracciare le «ideologie del male», che «provengono dalla storia del pensiero europeo: dal Rinascimento, dal cartesianesimo, dall’Illuminismo». Il comunismo, che dichiaratamente si rifà a valori di libertà e di eguaglianza, si è dimostrato, anche nelle intenzioni, tutt’altro che difensore della felicità dell’individuo, quanto piuttosto del sacrificio «sull’altare di un remoto bene collettivo».
Ricchissimo di esempi tratti dagli scritti dei pensatori del XVIII secolo, fino a giungere alle moderne ideologie, il volume di Todorov analizza, nei singoli capitoli, le tematiche connesse con l’Illuminismo, e le discussioni sviluppatesi attorno ad esse: l’autonomia, come abbiamo accennato, e la lunga controversia sull’origine umana del potere politico, che deve dipendere dalla «volontà generale» e non essere retaggio di un diritto divino (così Rousseau nel Contratto sociale: e in tal senso gli Stati Uniti d’America sono la prima repubblica moderna); autonomia peraltro continuamente minata, ai giorni nostri, dai bombardamenti mediatici, cosicché spesso crediamo di essere noi a scegliere, quando un persuasore occulto lo ha già fatto per noi. E qui il concetto si salda con quello di «verità», cui è dedicato un altro capitolo del volume.


Umanità e universalità sono egualmente idee fondamentali nel pensiero illuministico (perché ciascun uomo è in primo luogo uomo, appunto, abitatore della Terra alla stregua di tutti gli altri: «Sono innanzi tutto un uomo - scriveva Montesquieu - e francese solo per caso»); ma variamente bistrattate dalla loro formulazione ad oggi, e tuttora violate in tanti Paesi: là dove esiste la repressione nei confronti della donna, o la schiavitù nelle sue diverse forme, la tortura e la pena di morte.

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