Caldo record, c'è la "trappola cemento": occhio alle isole di calore

Il caldo delle grandi città è spesso dovuto alle isole di calore: ecco cosa sono queste "trappole" e la differenza di temperatura rispetto alle zone periferiche e rurali

Il centro storico di Napoli
Il centro storico di Napoli

Il caldo record di questi giorni non è uguale dappertutto: indipendentemente da dove colpisce l'anticiclone africano, un ruolo determinante viene svolto dall'urbanizzazione. Palazzi, strade, carenza di aree verdi ma soprattutto il cemento rendono i centri cittadini molto più caldi delle zone limitrofe, e questa differenza si percepisce soprattutto durante il periodo estivo.

Cos'è l'isola di calore

Ecco che si parla di "isola di calore", con la quale si intende quel microclima più caldo rispetto alle aree appena fuori dal contesto urbano. In pratica, la temperatura aumenta anche di diversi gradi per la tipologia di alcuni materiali che assorbono molto più calore rispetto ad alberi e aree verdi, scaldandosi di più. Come detto, l’asfalto delle strade ma anche i rivestimenti degli edifici hanno una capacità di assorbimento molto alto, l'evaporazione si fa più difficile ed ecco che in centro città possiamo registrare 40 gradi mentre, al di fuori di un centro abitato, anche pochi chilometri, se ne possono registrare 5-6 in meno. Non solo, a influire sull'aumento ci pensa anche l'altezza dei palazzi: più sono alti e più i venti troveranno un ostacolo al loro passaggio. E poi, automobili e mezzi di trasporto scaricano un calore non indifferente. Tutti questi ingredienti fanno sì che le grandi città (Milano, Roma, Napoli) ma anche quelle di medie e piccole dimensioni possano registrare temperature ben diverse dalle aree agricole.

Cosa succede a Roma

L'esempio è dato dalla Capitale d'Italia, Roma, considerata "un arcipelago di calore" con isole a macchia di leopardo che si trovano soprattutto nella zona a est del Tevere. Uno studio elaborato dal ricercatore del Cnr Marco Morabito e dalla collega Giulia Guerri ha messo in luce che la differenza di temperatura tra un'area e un'altra a volte può superare incredibilmente i 20 gradi. Stime indicano che, a volte, alla stazione di Roma Termini si sono registrati anche 51,4 gradi (al sole e sull'asfalto) contro i 32°C del Parco della Vittoria nella zona dello Stadio Olimpico, sempre al sole ma su un tipo di terreno diverso. Queste anomalie riguardano circa il 15,5% della superficie complessiva della città.

I dati sono stati ottenuti grazie ai satelliti della Nasa che stimano con estrema precisione la temperatura in superficie. Per questo studio è stato preso in esame il quinquennio dal 2017 al 2022 per i tre mesi estivi. "È poi stata applicata una metodologia statistica-spaziale per individuare gli hot-spot termici superficiali.

Tra le zone più calde di Roma (hot-spot) figurano dunque le stazioni ferroviarie (Tiburtina, Termini, Ostiense, Tuscolana) ma anche piazza San Pietro, nella città del Vaticano e l'area attorno a via Casilina dove sabato scorso è scoppiato il maxi incendio e alcune zone dell'Eur", spiegano gli esperti.

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