Coronavirus, l’allarme di bar e ristoranti: meno 30% di incassi

L’allerta lanciata da Confartigianato Roma sul virus cinese: “Confidiamo nei sostegni alle imprese annunciati in queste ore dal governo”

Coronavirus, l’allarme di bar e ristoranti: meno 30% di incassi

Economia stregata dal virus cinese. A fare i conti con danni economici da coronavirus non ci sono solo i negozianti del nord Italia. A Roma siamo di fronte a una situazione allarmante. “Stiamo registrando una significativa riduzione degli incassi e delle presenze giornaliere negli esercizi commerciali con una media del -30% nei ristoranti e bar della capitale”, denunciano da Confartigianato.

“Un dato consolidato, senza differenze significative tra centro, periferia e centri commerciali. Questo fatto non si verifica solo negli esercizi gestiti da imprenditori cinesi, ma anche nella ristorazione tradizionale”. È il segno di una diffusa paura dei romani di frequentare luoghi di aggregazione e con grande afflusso di persone, legata all’emergenza coronavirus.

Poi c’è un dato in controtendenza. Si registra un boom nella vendita di prodotti per la cura dell’igiene personale, +40%, che risultano introvabili in molti punti vendita. “Seguiamo con attenzione insieme ai nostri associati l’evolversi della situazione - sottolinea Antonio Fainella, direttore di Confartigianato Roma - e confidiamo nei provvedimenti a sostegno delle imprese che il governo sta concordando con le associazioni nazionali”. A proposito delle perdite legate al settore commerciale della città, il Campidoglio ha annunciato nelle scorse ore che istituirà un tavolo permanente.

La decisione è arrivata al termine di un confronto tra l’amministrazione cittadina e la Camera di Commercio, Confcommercio, Confesercenti e Cna di Roma. La sindaca, Virginia Raggi, ha incontrato le principali associazioni di categoria per fare un punto sulle ripercussioni che il nuovo coronavirus sta avendo all’interno del settore. Ma anche per stabilire che, dalla prossima settimana, gli incontri diverranno sistematici. Un modo per garantire trasparenza d’informazioni sugli eventuali sviluppi del contagio e anche per sapere quali sono le conseguenze che il Covid-19 causa nel mondo dell’economia reale.

Piovono a valanga, in questo quadro, le richieste dei commercianti. “Avremo una crisi molto grande e chiediamo misure anche per Roma, come la sospensione delle imposte e dei tributi, la sospensione dei contributi Inps e Inail, il congelamento dei mutui e l’indennità per i lavoratori autonomi”, ha proposto il segretario generale della Cna di Roma. Una richiesta di aiuto che potrà essere veicolata attraverso il tavolo permanente che la sindaca ha annunciato.

“La capitale farà tutto il necessario conformandosi alle indicazioni del ministero della Salute e della Regione Lazio”, ha dichiarato la prima cittadina. A partire dal caldeggiare l’affissione delle locandine, che spiegano come comportarsi di fronte all’emergenza, negli esercizi pubblici e quindi anche nei negozi. Per tenere a freno l’epidemia.

Intanto, il governatore della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, ha firmato l’ordinanza per decretare le misure sulla prevenzione e gestione dell’emergenza epidemiologica.

Questa prevede, come annunciato nei giorni scorsi: obbligo di esporre disinfettanti in tutti i locali aperti al pubblico, sanificazione dei mezzi di trasporto, stop alle gite scolastiche fino al 15 marzo. E super poteri al prefetto che sarà chiamato a far rispettare le norme approvate.

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