Rifiuti, residenti in rivolta contro la Raggi: "Scava buche e ci butta veleno"

Migliaia di persone oggi sono scese in protesta per dire "no" all'ipotesi di una nuova discarica a Tragliatella: "Grazie a Raggi e a Zingaretti che invece di pensare a costruire impianti alternativi continuano a scavare buche e buttarci il veleno"

Rifiuti, residenti in rivolta contro la Raggi: "Scava buche e ci butta veleno"

La partita su rifiuti tra Comune di Roma e Regione Lazio è un Risiko sulla pelle delle periferie e dei loro abitanti. Nello scacchiere delle cosiddette “aree bianche” che potrebbero accogliere una nuova discarica c’è anche Tragliatella. Terra di aziende agricole e allevamenti che si estende a nord della Capitale. Un luogo che non sembra neppure città. Un’oasi di pace che adesso è in agitazione. I residenti non ci stanno a diventare la discarica di Roma. E oggi lo hanno ribadito ad alta voce sfilando in 3mila lungo la via Braccianense. Una marea umana che non stupisce visto che, a conti fatti, sono più di 4mila le famiglie che abitano il territorio.

Prima di loro si erano mobilitati quelli di Falcognana e di Cava Covalca, riuscendo ad avere le risposte che chiedevano. “Nessuna discarica temporanea a Falcognana e nel territori di Roma Capitale”, aveva annunciato il sindaco Virginia Raggi. Dichiarazioni che avevano rassicurato anche gli abitanti delle altre zone in lizza per ricevere l’immondizia romana. Questo finché non è iniziato a circolare con insistenza il nome di Tragliatella. “Per ora si tratta solo di indiscrezioni giornalistiche – ci spiega Massimiliano Pirandola, consigliere del XIV Municipio – alle quali però non ha fatto seguito alcuna smentita ufficiale”.

La preoccupazione è palpabile. “Siamo nel cuore dell’Agro Romano – continua il consigliere – e una discarica nel bel mezzo della campagna sarebbe una vera e propria sciagura per coltivatori e allevatori”. “Qui – si sfoga Antonello, che stamani ha partecipato alla protesta – c’è un’agricoltura fiorente che ancora oggi riesce a dare un fondo di lattuga sano e questi cosa fanno? Vengono ad avvelenarci anche quella”. Destinatari delle recriminazioni sono la prima cittadina di Roma e il governatore della Regione Lazio. “Grazie alla Raggi e a Zingaretti – prosegue – che invece di pensare a costruire impianti alternativi continuano a usare il vecchio sistema: scavano le buche e ci buttano il veleno”.

Il sito dove potrebbe sorgere quella che tutti chiamano la “Malagrotta bis” si vocifera sia la cava di basalto di via Alpignano. Noi abbiamo provato a chiedere spiegazioni al proprietario ma non è stato possibile. L’uomo ci ha raggiunto sgommando a bordo di una Cinquecento e minacciato di buttarci “dentro al fosso” se non ce ne fossimo andati. Decisamente più accoglienti invece sono stati Fabio e Luana, che abitano con i loro due figli nella proprietà che confina con la cava. Luana guarda oltre la recinzione con aria sconfortata. Pensare che si è trasferita qui nel 2011 proprio per far crescere i suoi bimbi in un ambiente sano e incontaminato. “Non ci posso credere – dice – che un domani potrebbe comparire una discarica proprio sotto alle mie finestre”. “Ci hanno fatto un bel regalo di Natale – le fa eco il marito – questa casa l’abbiamo costruita con il sudore e i sacrifici e adesso ci sentiamo minacciati”.

Il timore è che il percolato possa avvelenare le falde acquifere causando danni irreparabili, destinati a ripercuotersi ben al di là dei confini del XIV Municipio. “La discarica a Tragliatella sarebbe una iattura per tutta Roma Nord, i problemi a carattere ambientale – spiega Giorgio Mori, consigliere del XV Municipio – sarebbero devastanti anche per Cesano, Osteria Nuova, la Storta e Giustiniana”. E c’è anche chi teme possano travalicare persino il perimetro del Comune di Roma. “Il lago di Bracciano dista pochi chilometri da questa zona – denuncia Sergio – e dal lago di Bracciano ci beve tutta la popolazione di Roma”.

“Io – ragiona – non sono un esperto in materia, ma vedo che i Paesi del Nord Europa con i nostri rifiuti ci producono energia, allora mi chiedo come mai ancora parliamo di discariche e non di tecnologie più all’avanguardia come i termovalorizzatori”.

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