Doveva firmare un debito inesistente e un contratto preliminare di vendita della tabaccheria di famiglia. Se non l'avesse fatto ci sarebbero state conseguenze per lui e per i suoi cari. "Se non firmi ti tagliamo la mano, poi ti ammazziamo e ce la prendiamo con la tua famiglia“ sarebbero di questo tenore le minacce rivolte a un imprenditore di Roma sequestrato nel magazzino del suo bar, nel cuore della Capitale.
Un'estorsione aggravata dal metodo mafioso è quanto contestato da un'ordinanza di custodia cautelare eseguita dalla Guardia di Finanza nei confronti di quattro soggetti di Cerveteri, di età compresa tra i 30 e i 33 anni. Dopo la denuncia dell'uomo spaventato dalle minacce sono cominciate le indagini della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma che hanno accertato tutta la vicenda.
L'imprenditore si era messo in affari per il bar nel rione Borgo con uno dei quattro estorsori, salvo poi essere estromesso dalla gestione dell'attività. In occasione del sequestro risalente a inizio marzo, come riportato da Romatoday, era stato invitato e trattenuto a forza nel locale perché firmasse sotto minaccia di una pistola documenti che attestavano debiti per 180mila euro e la cessione preliminare della sua tabaccheria in zona, che amministrava insieme alla famiglia.
Dalle indagini è stato ricostruito un altro episodio di estorsione accaduto in un locale pubblico, al fine di ottenere la firma di alcune cambiali per il pagamento di un fornitore del bar, interrotto soltanto dall'intervento di
altre persone presenti. In entrambe le occasioni, per sopraffare la vittima i quattro millantavano esperienze di "azioni violente" e contatti con soggetti in evidenza dell'ambiente criminale capitolino.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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