Per qualcuno, con l’insediamento del nuovo esecutivo, è tornato il fascismo al potere. Un teorema bizzarro che continua a passare di bocca in bocca, alimentato da congetture e teorie del complotto. È il caso dei fatti della Sapienza: i manganelli usati dalla polizia per respingere i collettivi antifascisti, secondo la narrazione di certa sinistra, sarebbero conferma dei sentori più cupi. Peccato che a 72 ore dagli scontri nel campus universitario, il Viminale, per fatti concludenti, dia l’esatta misura di quanto sia pretestuosa una simile lettura: nel giorno del centenario della marcia su Roma, un centinaio di militanti di CasaPound si è ritrovato davanti a un cancello chiuso con lucchetto e catena.
Il cancello è quello del cimitero monumentale del Verano. Al suo interno c’è una cappella dedicata ai morti fascisti. È lì che le "tartarughe frecciate" volevano andare con l’obiettivo dichiarato di deporre una corona di fiori. "C’era l’intera questura di Roma schierata, decine di agenti in tenuta antisommossa e in borghese, almeno sei blindati e i cancelli chiusi con le catene", ci racconta Luca Marsella, portavoce di Cpi. Il messaggio è chiaro: non si entra. "Tutto il perimetro del camposanto – va avanti – era sorvegliato, anche gli ingressi laterali, una cosa simile non si era mai vista". In effetti quel sacrario è da sempre meta di pellegrinaggio per i gruppi della destra radicale, la ricorrenza più gettonata è quella del 25 aprile, ma c’è chi si organizza anche per il 7 gennaio, giorno in cui cade l’anniversario della strage di Acca Larenzia, o appunto il 28 ottobre.
Fatto sta che, in tanti anni e in tanti raduni, contromisure del genere non erano mai state prese. Stavolta c’è una ordinanza del prefetto che interdice "l’accesso al pubblico presso il cimitero monumentale del Verano per l’intera giornata del 28 ottobre". Marsella si difende: "L’iniziativa non l’avevamo neppure pubblicizzata, l’avevamo organizzata senza cercare alcuna visibilità. Surreale ci abbiano impedito di deporre un mazzo di fiori". È andata a finire che l’omaggio floreale è stato lasciato all’esterno. Non c’è stato verso di mediare l’ingresso in alcun modo. "Pur trovandoci davanti a una situazione paradossale – continua l’esponente di Cpi – abbiamo dimostrato senso di responsabilità, non abbiamo cercato in alcun modo lo scontro, per non prestare il fianco a strumentalizzazioni e per rispetto del luogo".
Il gruppo di militanti si è disperso in maniera ordinata, certo non è mancata l’amarezza. "Strombazzano tanto di pericolo fascista, ma la differenza di stile tra noi e i collettivi universitari si vede anche da questo. Chi sono allora i veri violenti?". Nessuno strascico, quindi, perlomeno sotto il profilo dell’ordine pubblico, però la storia ha una coda che arriva alla mattinata di oggi. "Una signora che ieri era al Verano per la tumulazione di un parente si è presentata in via Napoleone III (sede di CasaPound, ndr) e ci ha consegnato una lettera", rivela l’esponente di Cpi. C’è scritto: "Quando ho saputo che vi era stato impedito di entrare a portare una corona di fiori ai morti fascisti, non ho esitato un attimo: ho preso il mio cuscino di fiori e l’ho deposto nella loro cappellina (…) l’ho fatto in segno di giustizia e rispetto per chi non c’è più".
Un gesto che ha lasciato Marsella di stucco. "È stato commovente", ci dice. Sul resto preferisce glissare, si vuole tenere alla larga dalle polemiche. Di una cosa però è certo: "Il fascismo non è tornato al potere".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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