Una delle ville più famose di Roma trasformata in un’alcova a cielo aperto. Sono almeno sei le persone, compreso un seminarista, che offrivano abitualmente prestazioni sessuali mordi e fuggi tra gli alberi del parco di Villa Pamphili.
Servizi che venivano erogati giorno e notte, tant’è che il parco era diventato una vera e propria mecca del sesso per decine di clienti. Il blitz della polizia locale, che ha portato al fermo e alla denuncia di “prostituti” e utenti, è scattato dopo le numerose segnalazioni dei frequentatori della villa del quartiere gianicolense, che denunciavano l’esistenza del giro di prostituzione maschile.
Dopo giorni di appostamenti dei vigili in borghese, che hanno setacciato l’area travestiti da ciclisti, runner o da semplici habitué del parco, è stata confermata la versione dei residenti. Secondo la ricostruzione degli agenti, infatti, gli uomini si appartavano tra la vegetazione offrendo sesso a pagamento per 20 o 30 euro a prestazione.
Quasi tutti usavano i proventi dell’attività per arrotondare lo stipendio, compreso il seminarista che con il guadagno si garantiva un’entrata finanziaria extra per vivere nella Capitale.
“Stroncato il vergognoso fenomeno di prostituzione nei parchi – ha commentato il coordinatore dell’UGL Polizia Locale, Marco Milani - gli agenti tornino dove i cittadini li vogliono: nei parchi, alle fermate dei mezzi pubblici, davanti alle scuole, possibilmente in numero adeguato e con le giuste riforme che ne garantiscano l'adeguatezza alle mutate esigenze di sicurezza urbana”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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