È una notizia che non t'aspetti. Una di quelle che lasciano l'amaro in bocca. Soprattutto perché il protagonista è un infermiere. Un professionista. Uno che appartiene ad una categoria benedetta, che in queste settimane è messa a dura prova dall'emergenza sanitaria. Uomini e donne sottoposti a turni massacranti, e costretti a fronteggiare un virus sconosciuto con protezioni troppo spesso inadeguate. Eppure non si tirano indietro e giorno dopo giorno si sono guadagnati l'appellativo di "eroi".
La cronaca di queste ore insegna però che esistono delle eccezioni. È il caso di Roma, dove un infermiere del pronto soccorso di un ospedale in zona Ostiense, è stato arrestato dagli agenti del commissariato Colombo con l'accusa di peculato. Un'accusa odiosa. L'operatore sanitario, un cinquantenne di Roma, ha compito un gesto criminale e sconsiderato. Nella sua auto, i poliziotti hanno ritrovato un notevole quantitativo di materiale sanitario: soluzione fisiologica, garze sterili, prodotti per la disinfezione e persino i "preziosissimi" dispositivi di protezione individuale. Ma non è finita qui, come racconta Il Messaggero, a casa del professionista è stata rinvenuta altra refurtiva: numerosi dispositivi per prelievi di sangue, provette, forbici, lacci emostatici e via dicendo. Prove schiaccianti, che gli sono valse l'arresto. L'infermiere, adesso, è a disposizione dell'autorità giudiziaria. Un triste episodio di sciacallaggio, aggravato dalla situazione di emergenza con cui si stanno confrontando i nosocomi della Capitale, chiamati a rispondere a una sfida senza precedenti.
Purtroppo questo non è un caso isolato. L'accaduto, infatti, si va a sommare a quanto capitato nei giorni scorso all'ospedale San Camillo Forlanini, in zona Gianicolense. Qui, domenica scorsa, qualcuno ha sabotato il laboratorio per i test del coronavirus mettendo fuori uso i macchinari. In queste ore sono in corso le indagini e sembra proprio che nella lente di ingrandimento dei carabinieri ci siano alcuni dipendenti del nosocomio.
Il sospetto è che all'origine del gesto ci sia stata proprio la paura del personale addetto agli screening di contrarre il virus. Per ora si tratta solo di ipotesi. Mentre all'ospedale Sant'Eugenio gli inquirenti stanno cercando di individuare gli autori del furto di 30 mascherine e 50 paia di guanti protettivi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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