Con Ronaldo e Kakà il Milan è proprio arraPato

Ronie torna con una doppietta, l’ultimo arrivato debutta con un gol. E finalmente il Milan espugna San Siro

Con Ronaldo e Kakà il Milan è proprio arraPato

Milano - Scontato l’«attacco» del pezzo: anno nuovo, Milan nuovo. Nel senso che dopo una rincorsa lunga sei mesi e nove turni di campionato, acciuffa la prima vittoria domestica della stagione. Scontato e banale. C’è di più, molto di più, oltre ai primi 3 punti milanesi. C’è che il Milan vince di goleada con grande merito sul Napoli capace di resistere solo un tempo. C’è che all’evento contribuiscono oltre che i sigilli di Ronaldo, schierato a sorpresa da Ancelotti e contro ogni logica, anche i numeri di quel Pato delle meraviglie. «Sono già arraPATO» recita uno striscione ed è di sicuro il fatto più importante avvenuto ieri sera a San Siro, con il Milan che torna a festeggiare dopo essersi lucidato gli occhi con le coppe esposte sul prato verde. Il quarto posto è ancora lontano, complicata la rincorsa. Ma se Ronaldo promette la resurrezione e Pato è questo, niente è proibito.
Col trio delle meraviglie brasiliane Ronaldo, Kakà, Pato (ieri, oggi, domani) non si diverte solo il Milan e i milanisti. Anche il Napoli, nel primo tempo, si regala qualche sorriso. Già perché mentre San Siro si scalda e si emoziona per Pato, Ronaldo trova un golletto e Seedorf ne acciuffa un secondo senza riuscire a mettere sotto i rivali. Che per ben due volte risalgono la corrente come esperti salmoni, con Sosa in mirabile contropiede (tre tocchi e sono davanti a Dida) e poi con Domizzi dal dischetto (rigore ineccepibile). Merito del Napoli a parte, che si difende con discutibile determinazione, c’è da sottolineare che anche Ancelotti ci mette del suo. Quel tipo di schieramento a sconsiderata trazione offensiva è una evidente alterazione degli equilibri tattici. E non solo perché c’è Ronaldo, non ancora pronto come si rileva a occhio nudo, ma perché poi a sostituire Gattuso arretra Seedorf che non ha molta voglia di tornare a correre e a sacrificio come il buon Ringhio. E così, agli attacchi spettacolari dei milanisti, i napoletani rispondono colpo su colpo. Se Ronaldo è per ora il passato, Kakà il presente, Pato incarna il futuro del Milan in tutti i sensi. È vero, la grande attesa mediatica non viene premiata ma il ragazzo che ha grande stoffa si ritrova in ogni giocata pericolosa apparecchiata dai milanisti nel primo tempo: quando tira Ronaldo e Cupi oltre la linea tenta di liberare, quando Iezzo para due volte e Seedorf ricaccia sotto la traversa l’attrezzo, quando sempre il portiere gli toglie via un sinistro angolato.
La ricreazione finisce nella ripresa con una sequenza che dice tutto del potenziale a disposizione del Milan e di Ancelotti. In apertura Ronaldo timbra il secondo cartellino appena gli lasciano un metro di spazio in area e Seedorf gli serve un cioccolatino di assist, a metà frazione Kakà si sveglia dal letargo del campionato con un colpo dei suoi dal limite, infine tocca a Pato inaugurare la sua stagione nel calcio italiano come si conviene a un purosangue. Il suo primo sigillo ufficiale in rossonero è un inno alla classe e alla velocità. Il pubblico di San Siro già stravede per lui e forse lo si può capire. Come si possono capire e condividere quei giudizi ascoltati nelle settimane passate dalle parti di Milanello. Pato non somiglia a Careca e non è Kakà: è semplicemente Pato, un ragazzo con le stimmate del fuoriclasse.
Sul 5 a 2, per il Napoli finisce ogni illusione.

E i cambi di Reja sembrano più un esercizio calligrafico che un concreto tentativo di rimettere in sesto la sfida. Gargano perde la trebisonda e rifila un pestone a Pato che gli vale il rosso diretto: forse è un castigo eccessivo.

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