Rossa, "razza" in via d’estinzione

Addio alla bellezza color Kidman. Scompare il gene dei capelli fulvi

Rossa, "razza" in via d’estinzione
«Allarme rosso» sull’ultimo numero del National Geographic. Buco dell’ozono? Inquinamento ambientale? Scioglimento della calotta polare? Niente di tutto ciò.

La celebre rivista scientifica è preoccupata invece per una razza in via d’estinzione, comunemente detta in Italia «pel di carota»: insomma uomini e donne dalla chioma fiammeggiante, accompagnata il più delle volte da un candido incarnato lentigginoso modello «Pippicalzelunghe». Caratteri estetici comuni ormai a non più del 2% della popolazione terrestre, roba al cui confronto perfino la famiglia dei panda appare più numerosa. Da qui il grido di dolore lanciato dal National Geographic (la stessa rivista che - a dire il vero - qualche tempo fa ci aveva messo in guardia dalla «scomparsa dei biondi»). Ma se i «platinati» sembrano essersi ripresi alla grande, non così i «fulvi» destinati a un purpureo quanto melanconico viale del tramonto.

I maschietti che hanno una foto a colori di Nicole Kidman, Julianne Moore o Lindsay Lohan faranno bene quindi a incorniciarla, perché in futuro star dalla verve scarlatta potrebbero non essercene più. Stesso discorso per chi ha la fortuna di avere una partner dal fascino vermiglio: non lasciatevela sfuggire per nessuna bellezza alternativa. Perché di more (intese come donne di capelli corvini) o castane ne troverete sempre a bizzeffe, mentre di femmine carminee rimarrà solo l’ombra di un ricordo scintillante come un rubino. Tempi grami in cui l’unica «Rossa» che continuerà a regalare brividi di passioni sarà la Ferrari, dalle curve sì interessanti ma mai solenni quanto quelle di una Sara Ferguson.

Intanto si registra una certa agitazione anche tra i fan del cartone animato Anna dai capelli rossi. Lei è una bimba di 11 anni, orfana, e i capelli rossi la fanno sentire a disagio. «Ma questo non offusca il suo carattere ottimista e la fervida immaginazione», assicura chi la conosce bene.

Da parte sua la disamina tricologica del National Geographic non manca di spaccare il capello (rosso, ovviamente) in quattro: «Questo gene è sul punto di scomparire dalla faccia del pianeta». Gli incroci globali tra varie razze e popolazioni rendono infatti sempre più improbabile che due individui dalla zazzera di fuoco si incontrino e mettano su famiglia: il modo più affidabile per produrre un figlio dal crine dello stesso colore.

Il giornale ricorda poi che «il gene dei capelli rossi, un carattere recessivo, è comparso come mutazione nel Nord Europa alcune migliaia di anni fa e inizialmente servì a compensare e aumentare la capacità dell’organismo di produrre vitamina D dalla luce solare». «Oggi però - sottolineano gli esperti - il medesimo gene porta effetti collaterali negativi: rende chi lo possiede più sensibile al cancro alla pelle e provoca una maggiore sensibilità ai colpi di calore e ai colpi di freddo».

Una notizia che - presumiamo - si abbatterà come una mazzata sul

capo, anzi sulla capigliatura, degli scozzesi: l’unica etnia al mondo dove i rossi sono quasi dominanti, con il 40% degli abitanti portatori del gene «pel di carota» e il 13% della popolazione è dotata di una chioma rossa.

Ma anche se i capelli rossi «naturali» sono destinati in futuro a scomparire dalla faccia della terra, il fascino della loro rarità non accenna affatto a diminuire: secondo il National Geographic, soltanto l’anno scorso le donne americane hanno speso 123 milioni di dollari per colorarsi la testa come la «Casalinga Disperata», Marcia Cross. Nella speranza, forse, che anche le faccende domestiche si trasformino in emozioni rosso fuoco.
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