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Rossi Stuart: «Sarò Luca, il jazzista suicida»

Lucio Giordano

da Taormina

Operazione nozze con i fichi secchi riuscita. Felice Laudadio, direttore del film Festival di Taormina, concluso ieri, è soddisfatto di come sia andata la 52esima edizione, quella dei tagli al budget a colpi di machete. Quella che ha rischiato di non farsi. E il prossimo anno, Laudadio, punta alla rifondazione: rassegna non più a giugno ma in luglio, quasi sicuramente con un grande Festival del cinema italiano, con tutto il meglio della produzione stagionale. La strada del resto è stata già tracciata in questi due anni con la sezione Italia Film Festival. Si tratta solo di ampliare la formula.
Ieri tra i tanti premi assegnati da una giuria di critici internazionali, Michele Soavi con Arrivederci amore, ciao film sul terrorismo, ha vinto il Federico Fellini per la migliore regia. Valeria Golino, assente perché testimone di nozze al matrimonio veneziano della sua amica Patricia Arquette, l’Anna Magnani per la migliore interpretazione femminile, grazie al bellissimo La guerra di Mario di Antonio Capuano. Mentre Kim Rossi Stuart si è aggiudicato il Gian Maria Volonté per la migliore interpretazione maschile con Romanzo criminale e Anche Libero va bene, di cui è pure regista.
Annata felice, dunque, quella dell’attore romano. Che dopo le vacanze tornerà sul set come protagonista del nuovo film di Riccardo Milani Il disco del mondo. Dice Rossi Stuart: «È la storia, tratta dalla biografia scritta da Veltroni, di un jazzista sconosciuto ai più ma con un immenso talento musicale: Luca Flores». La sua cifra esistenziale era il dolore. Palermitano d’origine, la vita di Flores venne sconvolta dalla morte della madre, uscita di strada con l’auto mentre stava accompagnando dal dentista il piccolo Luca. Il suo percorso si chiuderà presto, molto presto: a 31 anni decide di farla finita: «Dopo Romanzo criminale, un’altra morte violenta per il personaggio che interpreto - dice Rossi Stuart - ma la storia era talmente bella che quando Milani mi ha contattato non ho esitato ad accettare».
Rossi Stuart però non è intenzionato a rinunciare alla regia: «Ma non mi è mai riuscito di fare due cose insieme nello stesso momento». Altre proposte d’attore? «Il mio agente cinematografico lo sa bene: quando sono già impegnato inutile anche che mi tenga informato su altri progetti».
Sarà la maturità, sarà la soddisfazione per aver diretto il film che è piaciuto tantissimo, fatto sta che Rossi Stuart sembra un altro, più sicuro di sé.

Che abbia influito in questo cambio di marcia l’incidente motociclistico di cui è rimasto vittima nel settembre scorso? Lui nega: «Da quell’esperienza non ho imparato gran che, avere il gesso dappertutto è stata una gran rottura di scatole. Ne ho semplicemente approfittato per riposare».

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