Sì al federalismo: Pd astenuto, Udc contraria

Montecitorio ha approvato il ddl sul federalismo fiscale: voti a favore sono stati 319, 35 quelli contrari, 195 gli astenuti. Il testo ora torna al Senato. L'esultanza di Bossi: "E' fatta, tutti hanno perso i loro dubbi". Berlusconi: "Un altro passo verso la modernizzazione del Paese"

Sì al federalismo: Pd astenuto, Udc contraria

Roma - L’Aula della Camera ha approvato il disegno di legge sul federalismo fiscale. Il testo ora torna al Senato. I voti a favore sono stati 319, 35 quelli contrari, 195 gli astenuti. Dopo la proclamazione del risultato della votazione si è levato un forte applauso dai banchi della Lega, dove è stata esposta per qualche secondo una bandiera, immediatamente ritirata. "E' un altro passo verso la modernizzazione del Paese", ha commentato il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi.

Il Pd si astiene, l'Udc vota contro Nel Pd Pierluigi Mantini e Furio Colombo hanno votato contro il testo. Pino Pisicchio dell’Idv non ha partecipato alla votazione in dissenso con il suo gruppo parlamentare di appartenenza. La lucina rossa del voto contrario si è vista anche al banco di Giuseppe Giulietti, anche lui del gruppo dell’Idv. Nel pomeriggio, tuttavia, il leader democratico Dario Franceschini aveva chiesto l’astensione: "Il testo è stato migliorato e l’astensione è stata la nostra posizione anche al Senato perché il Pd non è contro il federalismo fiscale". Pier Ferdinando Casini ha, invece, confermato il proprio "no" al provvedimento accusando le altre forze di opposizione di essere subalterne alla Lega: "Al Nord ci andiamo con le nostre gambe - ha detto il leader dell’Udc in Aula -, non ci serve il lasciapassare di Calderoli e rifiutiamo il ricatto delle alleanze periferiche che segna annessioni e subalternità, l’Udc non è interessata a vedere i propri principi calpestati". Poco prima invece Antonello Soro per il Pd aveva spiegato che "l’astensione dei democratici non è una delega in bianco al governo" e confermato i dubbi e la mancanza di fiducia verso l’esecutivo: "Noi non ci fidiamo di questo Governo perché è federalista a parole e centralista nei fatti« ma dietro la decisione di astenersi sul voto finale, spiega il capogruppo democratico, c’è anche l’appello rivolto a fine anno dal capo dello Stato alle forze politiche per collaborare sulle riforme, e la consapevolezza che il testo è migliorato grazie alle modifiche introdotte dal Pd". Convinto il "sì" di Italia dei valori. "Serve più al Sud che al Nord - ha detto in aula Leoluca Orlando, il portavoce, - oggi votiamo non un annuncio, ma una cornice con paletti e garanzie".

La gioia di Bossi "Bisogna trattare con le Regioni per evitare scontri. Molte Regioni hanno già un piano casa, meglio trattare con loro". Dopo il sì della Camera al federalismo fiscale, il ministro delle Riforme Umberto Bossi ha raggiunto il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, nel suo studio a Montecitorio. Ad accompagnare il leader della Lega, il ministro Roberto Calderoli e il capogruppo alla Camera Roberto Cota. "Ormai è fatta - ha spiegato il Senatùr - si pentono tutti. Hanno perso i dubbi iniziali". Tutti, tranne l’Udc di Pier Ferdinando Casini che però, secondo il leader del Carroccio, "sta facendo la politica per i voti di quelli contrari al federalismo". E a chi gli chiedeva se a suo avviso ci possano essere modifiche al testo al Senato ha replicato: "Spero di no".

Il popolo leghista brinda "Questa è una delle giornate politiche più belle della mia vicenda politica. Sono anche un pò commosso", ha commentato il ministro dell’Interno Roberto Maroni dopo il sì dell’aula al ddl sul federalismo fiscale. "Quest’anno sono 30 anni dal mio primo incontro con Bossi, C’è voluto un pò di tempo per tradurre in legge l’intuizione di Bossi, ma adesso ce l’abbiamo fatta". "È un giorno importante perchè la larga condivisione delle forze politiche al testo costituisce un altro fondamentale tassello alla realizzazione delle riforme - ha commentato Federico Bricolo, capogruppo della Lega a Palazzo Madama - sarà nostro preciso impegno al Senato fare in modo che la legge sia calendarizzata entro tempi brevissimi per portare sul territorio i benefici, i risparmi e l’efficienza della pubblica amministrazione che i cittadini stanno attendendo da tempo". "È una bella riforma - ha commentanto il ministro Roberto Calderoli - è un’altra tappa. Questa era la più alta da scalare. Ora torniamo al Senato per l’ultimo passaggio e subito dopo federalismo costituzionale".

Berlusconi: "Un passo verso la modernizzazione" "È tutto conseguente con il cammino che si è iniziato verso la modernizzazione dello Stato e abbiamo fiducia, speranza che con il federalismo fiscale e con i compiti attribuiti ai Comuni in relazione alle dichiarazioni dei redditi possa continuarsi il contrasto all’evasione fiscale".

Così il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha commentato l’approvazione alla Camera del federalismo fiscale. Quanto alla decisione del Pd di astenersi e dell’Udc di votare contro, "come sempre - ha sottolineato il premier - non do giudizi sul comportamento degli altri".

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