
La città proibita di Gabriele Mainetti è un film che è tutta una sorpresa perché è un mix, riuscito, tra una commedia romantica, con una tenera deriva da Vacanze romane, tra Mei, una misteriosa ragazza cinese arrivata a Roma in cerca della sorella scomparsa, e Marcello che ha un'osteria tipica romana dove lei irrompe, e un film di arti marziali (l'attrice che interpreta Mei, Yaxi Liu, è un'atleta esperta), tutto spruzzato da un pizzico di Romanzo criminale. Perché il personaggio di Annibale, interpretato da Marco Giallini, è un malavitoso di piccolo cabotaggio innamorato da sempre della madre di Marcello, Lorena, che con il figlio (Enrico Borello), porta avanti l'attività di famiglia ora che il marito (Luca Zingaretti) li ha abbandonati per fuggire con una donna più giovane. A dare voce e corpo allo struggente e dolente personaggio di Lorena c'è Sabrina Ferilli che in questo tipo di ruoli, pensiamo anche a Ramona del film premio Oscar La grande bellezza, dà il meglio di sé perché con piccoli tocchi, movimenti del viso, sguardi persi, un'(auto)ironia innata unita a una malinconia atavica, riesce a risvegliare nell'immaginario collettivo l'idea di «donna romana» che affonda le sue radici nell'Anna Magnani del pasoliniano Mamma Roma.
Del film, qui sul Giornale abbiamo scritto in concomitanza dell'uscita il 13 marzo, ma ora che continua a essere tra i primi al Box Office, è giusto dare a Sabrina Ferilli ciò che è suo. Perché, diciamolo francamente, l'attrice, presenza fissa del programma di Canale 5 Tú sí que vales, al cinema non è valorizzata come dovrebbe. Ultimamente, grazie a Paolo Virzì, l'abbiamo vista in Un altro ferragosto, sequel del capolavoro del regista toscano Ferie d'agosto dove Sabrina Ferilli faceva parte della coppia «di destra», sposata con Piero Natoli ma concupita dal personaggio interpretato da Ennio Fantastichini, innamorato di lei da sempre. E, in qualche misura, anche nel film di Mainetti lo schema si ripete con il personaggio di Marco Giallini che, in questa terza parte di vita, vorrebbe formare una famiglia proprio con lei: «Interpreto una madre mediterranea che è attaccatissima al figlio ma non rinuncia a piacere» ha avuto modo di dire Sabrina Ferilli che ha ringraziato il regista a modo suo pubblicando su Instagram, dove ha quasi un milione e mezzo di follower, una foto in cui mostra la t-shirt con la scritta «God Save Mainetti». Dal canto suo il regista di Lo chiamavano Jeeg Robot ha costruito il personaggio pensando a lei che è «semplice, diretta, senza giri di parole. Sabrina è così: autentica, con quell'energia che ti conquista all'istante. Ha la forza di una donna che sa il fatto suo, ma anche una dolcezza sincera, mai esibita, che rende tutto più vero».
Così, quando le ha telefonato la prima volta, appena ha pronunciato la frase «Sai, stavo pensando a un film e sarei felicissimo se...», lei, che conosceva il suo cinema e lo amava, lo ha interrotto con un romanissimo e diretto «Ce sto!».
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