Teheran - La condanna a morte per
lapidazione di Mohammadi-Ashtiani Sakineh è "un atto altamente lesivo dei principi libertà e difesa della
vita", ha detto il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano rispondendo ad una domanda dei giornalisti,
al Quirinale, dopo il colloquio con la presidente finlandese Tarja Halonen. L’Italia, ha aggiunto, è impegnata in
modo "molto netto e non solo con posizioni di principio" per evitare che si giunga ad eseguire la condanna.
Napolitano ha aggiunto che il ministro degli Esteri, Franco Frattini, (presente all’incontro del Capo dello Stato
con i giornalisti) ieri gli ha riferito di aver avuto assicurazioni dall’Iran che nessuna decisione è stata ancora
presa. "C’è l’impegno forte del governo, delle istituzioni, c’è un’iniziativa dell’opinione pubblica che continua a
essere intensa" per salvare la vita di questa donna iraniana, ha concluso Napolitano.
La Halonen ha dato atto all’Italia di essere "molto attiva in questa campagna in modo esemplare" e ha
espresso la sua forte preoccupazione per la sorte di Sakineh. "Seguiamo - ha concluso - gli sviluppi in Iran, un
Paese stupendo con una storia fantastica. Peccato che con questi atti si esclude dalla Comunità
internazionale".
Il ministro iraniano A parlare, stavolta, è il ministero degli Esteri iraniano, che, attraverso il suo portavoce Ramin Mehmanparast, sostiene che le notizie riguardanti la donna che rischia la lapidazione. "Alcuni dirigenti occidentali", ha detto, "compresi i ministri degli Esteri di Francia e Italia, si sono lasciati coinvolgere nel caso, ma purtroppo sulla base di informazioni sbagliate". Il ministro ha fatto sapere Il ministro ha fatto
sapere che la Corte Suprema sta riesaminando il caso e "una decisione finale deve ancora essere presa dai giudici".
La donna è accusata di adulterio e complicità nell'omicidio del marito e il caso ha portato a una grande mobilitazione internazionale e il ministro degli Esteri italiano, Franco Frattini sta tentando la via diplomatica per salvare la donna. Ma Mehmanparast ha spiegato che la procedura giudiziaria relativa alle due accuse rivolte a Sakineh è ancora in corso e che "Il caso di una sospettata di omicidio non deve diventare una questione politica o di diritti umani. Invece che supportare un sospettato di omicidio, l’attenzione dovrebbe essere dedicata ai familiari delle sue vittime".
Frattini ha precisato che non sono in discussione le relazioni diplomatiche con Teheran, nonostante abbia annunciato la mobilitazione dell’esecutivo sul caso e abbia chiesto alla Repubblica Islamica un atto di clemenza per la donna.
Parigi: continueremo la mobilitazione La Francia continuerà la sua mobilitazione per salvare Sakineh, nonostante le ultime dichiarazioni rilasciate dal ministero degli Esteri della Repubblica islamica, secondo cui Roma e Parigi hanno assunto un atteggiamento sbagliato nella vicenda". La barbarie è qualcosa che ci riguarda direttamente, che varca i confini, che chiama in causa la coscienza universale", ha detto all’ANSA il portavoce del ministero degli Esteri Bernard Valero, aggiungendo: "Continueremo la nostra mobilitazione, perchè in quel Paese le libertà pubbliche e i principi fondamentali di libertà e democrazia sono violati ogni giorno". La Francia "rimane mobilitata per salvare questa povera donna da una pena di morte atroce", ha detto ancora Valero sottolineando che Parigi è "contro la pena di morte" in ogni circostanza e si pone "seri interrogativi sulla validità del processo". Mentre la lapidazione è una pratica "intollerabile"». "Continueremo con la nostra azione e con le nostre condanne e vogliamo parlare di questa vicenda anche con i nostri partner europei", ha proseguito.
Valero ha infine ricordato che il ministro degli Esteri, Bernard Kouchner, ha scritto la settimana scorsa all’Alto rappresentante per la politica estera dell’Ue, Catherine Ashton, affinchè l’Europa pensi a nuove sanzioni contro Teheran.
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