Oltre cento milioni di euro (106 per la precisione) di maggiori incassi da multe e stangata Atm. La giunta Sala ha presentato ieri in Commissione il Bilancio di previsione 2023 e i milanesi, che viaggino in auto o coi mezzi pubblici, contribuiranno ampiamente a far quadrare i conti. Il Comune prevede 251 milioni di entrate dalle infrazioni al Codice della Strada, una media di 687mila euro al giorno. A inizio 2022 aveva stimato 232milioni (19 in meno) ma gli introiti già a novembre sono stati rivisti al ribasso, 210 milioni.
Rispetto a quanto ha realmente incassato la giunta prevede quindi almeno 41 milioni in più. «Derivano al di là di ogni strumentalizzazione dal fatto che il traffico sarà più alto rispetto al periodo di pandemia» sostiene il sindaco Beppe Sala. L'assessore al Bilancio Emmanuel Conte precisa che avrà un peso «la ripresa della mobilità piena» ma anche «l'installazione di nuove telecamere».
Un anno fa l'assessore alla Sicurezza Marco Granelli annunciò l'installazione di 30 nuove telecamere ai semafori per sanzionare chi passa con il rosso ma il piano è slittato. Con le irregolarità diverse dal Codice della strada il totale delle sanzioni arriva a 263,6 milioni di euro. Dalle entrate dalla vendita dei biglietti Atm (il prezzo è salito dal 9 gennaio) il Comune conta di incassare invece 395 milioni, 75 in più rispetto ai 320 stimati a inizio 2022 e 65 in più rispetto ai 330 realmente incassati a fine anni.
«Ho dato indicazione ad Atm di implementare i controlli anti abusivismo» spiega Sala. Non c'è nel Bilancio (per ora) l'aumento della tariffa d'ingresso in Area C anche se l'assessore Censi giorni fa ha già riunito 32 rappresentanti di categoria e ha illustrato le tre ipotesi al vaglio (da 7,5 a 8,5 euro). «Ne discutiamo per prepararci a quello che potrà essere, dipenderà dal fatto che tramite il governo avremo fondi per coprire i problemi di Bilancio, per ora non c'è nulla» afferma Sala. Ma nella seconda metà dell'anno potrebbe scattare la stangata. Per ora a Bilancio sono iscritti 30 milioni, 5 in più dell'incassato a fine 2022 ma giustificato dall'aumento del traffico.
Il segnali positivi dalle entrate. L'assessore Conte ha messo in conto 55 milioni di incassi dall'imposta di soggiorno, ne aveva stimati 35 a inizio 2022 ma la ripresa del turismo a Milano è stata da record, in cassa sono arrivati poi 50/55 milioni. E il Comune conta di replicare. Idem i 15 milioni in più di entrate dall'addizionale Irpef (da 195 a 210 milioni) vogliono dire che «la base dei contribuenti milanesi è diventata più ricca». E il Comune tornerà a incassare il dividendo straordinario di 30 milioni dagli aeroporti Sea dopo due anni di congelamento a causa di emergenza Covid e traffico dei voli a singhiozzo. Da A2a entreranno 64 milioni e dalle Farmacie milanesi un dividendo di 1,8 milioni. Una delle partite consentiranno al Comune di tamponare il caro energia (le bollette pesano 30 milioni di euro in più) e lo stop ai contributi Covid sono i «proventi da alienazioni patrimoniali», passeranno da 50 a 151 milioni e Conte spiega che le entrate dovrebbero derivare in particolare dal diritto di superficie per le aree dell'ex macello e l'asta (rimasta in sospeso, c'era un'offerta di Coima) per l'immobile dell'anagrafe in largo De Benedetti, zona Porta Nuova.
L'assessore lancia un messaggio al governo: la gestione di M5 costa quest'anno 42,5 milioni, saliranno a 100 nel 2025, «per chi investe su infrastrutture che sono un beneficio non solo per la città ma per il Paese serve un aiuto strutturale da parte dello Stato, avere un metrò che porterà in 12 minuti da Linate a San Babila non è un vantaggio solo per Milano». E la manovra per ora ha autorizzato ad aumentare la tassa di soggiorno in pratica solo a 5 Comuni e Milano è esclusa, «il rapporto tra turisti e residenti deve essere di venti volte, va rivisto». E ribadisce che «si tratta di rivedere la finanza degli enti locali, distinguendo tra città e Comuni più piccoli e tra Comuni virtuosi e non». Per quanto riguarda le sforbiciate agli assessorati, posto che la spesa corrente cresce da 3,572 miliardi a 3,594 i tagli sono variabili: per la cultura si passa dal 2,52% al 2,29% della spesa corrente sul totale, ordine pubblico e sicurezza dal 4,98 al 4,73 e il Welfare assorbirà il 9.91% della spesa (ma era il 10,67).
«Sala piagnucola quando si tratta di far quadrare i conti - contesta la leghista Silvia Sardone -.
Insiste sul fatto che il trasporto pubblico costi troppo ma dimentica che Regione Lombardia è la regione italiana che più investe in tal senso. Se i numeri non tornano faccia pagare il biglietto a tutti». Anche da Riccardo De Corato (FdI) un «basta mettere le mani nelle tasche dei cittadini, aumenti i controlli anti evasione».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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