Colesterolo basso, quali sono i rischi

Lo studio è stato realizzato dall'IRCCS Ospedale Policlinico San Martino e dall'Università degli Studi di Genova, in collaborazione con l'Università degli Studi di Catania

Colesterolo basso, quali sono i rischi

Definito anche ipocolesterolemia, il colesterolo basso è un disordine metabolico caratterizzato da basse concentrazioni di questo grasso nel sangue. La quota maggiore dello stesso viene prodotta dall'organismo, solo una minima quantità viene invece introdotta con la dieta. Generalmente si parla di ipocolesterolemia quando i livelli scendono al di sotto dei 130mg/dl. Numerose sono le cause che portano a tale condizione: ipertiroidismo (iperattività della tiroide), malattie epatiche (cirrosi, epatite, insufficienza epatica), celiachia, sindrome da malassorbimento, malnutrizione, leucemie e altre patologie del sangue, tumori (ad esempio quello del cervello). Vi è poi un'ipocolesterolemia "falsa" o iatrogena, in cui i bassi livelli di colesterolo sono dovuti all'assunzione di determinati farmaci, come le statine. Questo grasso svolge numerose ed essenziali funzioni. Innanzitutto è responsabile dell'integrità fisica e della permeabilità delle cellule. A livello delle ghiandole surrenali, delle ovaie e dei testicoli viene inoltre utilizzato per sintetizzare ormoni importanti: quelli corticosurrenali, il progesterone, gli androgeni e gli estrogeni. Dal colesterolo deriva anche la vitamina D, necessaria per la corretta mineralizzazione delle ossa.

Uno studio pubblicato su Frontiers in Psychiatry e realizzato dall'IRCCS Ospedale Policlinico San Martino e dall'Università degli Studi di Genova (in collaborazione con l'Università degli Studi di Catania) ha dimostrato che l'avere il colesterolo sotto la soglia dei 200mg/dl, si associa a una maggiore probabilità di sviluppare comportamenti suicidari in persone già a rischio in quanto affette da disturbo bipolare. Per la ricerca sono stati coinvolti 632 individui. 432 di questi avevano già tentato il suicidio in passato, mentre i restanti 200 non avevano mai vissuto esperienze del genere. Ai volontari sono stati misurati alcuni parametri, come i livelli di colesterolo, trigliceridi e proteina C reattiva plasmatica, indicante quest'ultima la presenza di infiammazione.

Dai dati raccolti è emerso che chi presentava valori di colesterolo totale tra 150 e 180mg/dl manifestava maggiormente idee suicide, in special modo se c'erano più alti livelli di vitamina C reattiva e una diagnosi accertata di disturbo bipolare. Valori troppo bassi di questo grasso, infatti, possono favorire un'infiammazione a livello del sistema nervoso centrale e, di conseguenza, alterare la trasmissione della serotonina.

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