Il Covid può penetrare nel corpo umano anche attraverso gli occhi. La prima conferma, seguita poi da ulteriori approfondimenti, la si ebbe quando un membro del National Expert Panel on Pneumonia fu inviato per un'ispezione a Wuhan. L'uomo non indossava nessun dispositivo di protezione oculare e, dopo un'insospettabile congiuntivite, sviluppò una polmonite da coronavirus. I ricercatori dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma e dell'Università di Ferrara hanno creato un gel oftalmico a base di ozono stabilizzato che, funzionando come una mascherina, potrebbe impedire l'ingresso del virus. Lo studio è stato pubblicato sul numero di agosto di "Translational Vision Science & Technology".
Le proprietà antimicrobiche dell'ozono molto probabilmente sono collegate alla sua abilità di generare un temporaneo stress ossidativo. Di conseguenza viene stimolata la produzione di Nrf2 che attiva a sua volta la trascrizione di una serie di fattori anti-ossidanti, tra cui la superossido dismutasi e la glutatione perossidasi. Da tempo in medicina è sfruttata la capacità dell'ozono di inattivare batteri, virus, funghi, lieviti e protozoi per disinfettare e trattare i disturbi infettivi. Nonostante esso sia un gas instabile, è possibile stabilizzarlo facendolo reagire con un acido grasso monoinsaturo come l'acido oleico, dando vita così agli "oli ozonati", ben tollerati dai tessuti.
Nei pazienti affetti da Covid il patogeno colpisce in particolar modo le cellule oculari mucipare a calice. Diversamente quelle della cornea e della congiuntiva sembrano essere più protette dal film lacrimale che si rinnova ogni 5 minuti tranne che in una condizione nota come sindrome dell'occhio secco. In realtà questa è un'arma a doppio taglio. Infatti, una volta che il virus penetra nello strato delle lacrime, il loro drenaggio consente l'arrivo del coronavirus nel sistema naso-lacrimale. Ecco come esso è poi in grado di entrare nell'organismo sfruttando il naso, ovvero la via di accesso prediletta.
Gli studiosi volevano capire se il gel oculare a base di ozono fosse in grado di prevenire l'infezione da Covid nei tessuti superficiali dell'occhio. Gli stessi desideravano inoltre constatare se nei soggetti con sindrome dell'occhio secco esso contribuisse a ripristinare l'integrità della superficie oculare, riparando e rigenerando i microvilli congiuntivali. Il gel oculare è riuscito soddisfare entrambe le aspettative.
Qualora i risultati della ricerca venissero confermati anche da indagini su modello animale e nell'uomo, non si escluderebbe la somministrazione a scopo preventivo del gel a base di ozono prima al personale sanitario e, in un secondo momento, a tutta la popolazione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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