Digiuno intermittente, tra rischi e benefici

Il digiuno intermittente è un metodo antico che consiste nel non assumere cibo per ben sedici ore. Apporta numerosi benefici come il miglioramento delle prestazioni fisiche e mentali. Consente di eliminare il grasso adiposo e combattere alcune infiammazioni croniche. Ma ci sono anche rischi

Digiuno intermittente, tra rischi e benefici

Il digiuno intermittente è un metodo naturale di alimentarsi che è stato praticato per migliaia di anni.

Nell’Antichità, Platone, Socrate e Plutarco lo praticavano perché ritenevano che migliorasse le loro prestazioni fisiche e mentali. La scienza conferma l’efficacia del digiuno per il nostro organismo. Basta non mangiare per 16 ore per innescare dei processi benefici in tutto il corpo, dal cervello, al cuore fino a fermare la crescita del cancro.

Il digiuno intermittente consiste nel concentrare l’assunzione di cibo in una fascia oraria di 8 ore e digiunare per le restanti 16 ore. Si può scegliere e personalizzare la fascia oraria di assunzione del cibo. L’importante è non assumere cibo per almeno 16 ore. Durante il digiuno è concesso di bere acqua, preferibilmente calda.

Il digiuno intermittente ha alla base una motivazione scientifica secondo la quale sono necessarie almeno 16 ore per finire le scorte di glucosio e per far passare il metabolismo da brucia-zuccheri a brucia-chetoni . Quando la digestione è finita, il corpo entra in una fase chiamata stato post-assorbimento nella quale non sta digerendo e processando alcun cibo.

Durante lo stato di post-assorbimento, si assiste ad una diminuzione della secrezione di insulina e aumento dell’ormone glucagone. Se si continua a digiunare per circa 16 ore dall’ultimo pasto (ovvero circa 12 ore dopo la fine dalla digestione) il corpo entra nello stato di chetosi. Questo accade quando la fornitura di glucosio dal glicogeno immagazzinato inizia a diminuire e l’ossidazione degli acidi grassi contribuisce a donare molta più energia rispetto ai carboidrati immagazzinati.

È l’aumento dell’ossidazione degli acidi grassi, o meglio i corpi chetonici, uno dei motivi principali per cui le persone effettuano il digiuno intermittente. Il digiuno intermittente apporta i seguenti benefici all’organismo:

- Consumo delle riserve di grasso

- Eliminazione delle tossine (accumulate nel tessuto adiposo)

- Attivazione dell’autofagia

- Rigenerazione cellulare

- Riduzione delle infiammazioni croniche

- Diminuzione del colesterolo

- Miglioramento della la sensibilità all’insulina

- Protezione contro malattie neurodegenerative come Alzheimer e Parkinson

- Miglioramento della memoria e delle funzioni cognitive

- Riduzione del rischio di cancro

- Potenziamento del sistema immunitario.

Il digiuno intermittente di 16 è considerato molto più sicuro e facile da eseguire rispetto ad un digiuno più lungo che richiede invece il controllo medico. Tuttavia il digiuno intermittente in alcune persone non perfettamente in salute può provocare dei disturbi. Coloro che hanno livelli di cortisolo alti per via di una vita stressante o magari traumi precedenti, è bene che evitino il digiuno. Lo stesso vale per coloro che hanno valori troppo alti o bassi di glicemia, o glicemia instabile. Infatti in presenza di cortisolo e/o glicemia fuori dalla norma, il corpo non riesce a stabilizzare i livelli di glucosio a digiuno.

Si verificano così i seguenti sintomi da non sottovalutare:

- stanchezza improvvisa

- senso di svenimento

- secchezza delle fauci

- secchezza degli occhi

- irritabilità

- rabbia o ansietà.

Queste persone dovrebbero fare invece pasti più frequenti del normale, anche ogni 2-3 ore, per normalizzare i loro valori.

Ovviamente bisogna avere una dieta sana senza zucchero e farine bianche, prodotti da forno. L’assunzione di erbe adattogene che abbassano lo stress come la rodiola è anche altamente consigliata.

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