L'obesità "può costituire una disabilità". A stabirlo è una sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea che, ripresa da The Telegraph, chiarisce come la condizione degli obesi possa rappresentare un handicap nel momento in cui dovesse impedire la "piena ed effettiva" assoluzione del proprio lavoro. All'origine della sentenza c'è il caso di un babysitter danese, pesante 160 chili, che sostiene di essere stato licenziato perché ritenuto troppo grasso.
"Il concetto di 'disabilità' dev'essere inteso - ha spiegato la Corte Europea - in riferimento alle limitazioni dovute a impedimenti fisici, mentali o psicologici permanenti che possano ostacolare il normale svolgimento della vita professionale alle stesse condizioni dei colleghi di lavoro. La direttiva si pone l'obiettivo di implementare un trattamento equo e in particolare di garantire alle persone con disabilità l'accesso alla vita lavorativa alle medesime condizioni degli altri lavoratori."
Inoltre, i giudici europei hanno stabilito che, ai fini del riconoscimento della disabilità per gli obesi, non verrà presa in considerazione l'origine del disturbo. Che una persona sia obesa per predisposizione genetica o che lo sia per aver seguito una certa dieta, per la Corte Europea è irrilevante.
Per garantire l'applicazione di queste linee guida, le aziende dovranno assicurare ai dipendenti obesi strutture e strumenti adeguati: sedie più grandi, parcheggi adattati e spazi pensati per soddisfare tutte le loro esigenze. Proprio come succede per i lavoratori portatori di altri tipi di handicap.
I giudici della Corte, infine, si sono rifiutati di stabilire una definizione di obesità sulla sola base dell'indice di massa
corporea: la condizione di obesità, spiegano, verrà definita caso per caso. Una decisione che ha scatenato le proteste degli avvocati, furiosi per l'approvazione di una norma che, dicono, è destinata solo a creare confusione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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