Obesità, dopo le critiche sulle lattine della Coca spuntano pure le calorie

Nuova campagna di comunicazione per il colosso americano: stop agli spot indirizzati agli unde 12 e promozione di uno stile di vita più attivo

Obesità, dopo le critiche sulle lattine della Coca spuntano pure le calorie

Al via la campagna contro l'obesità della Coca Cola. Il popolarissimo colosso statunitense scriverà sulle confezioni l’importo calorico dei prodotti. E si impegnerà a rendere ancora più accessibile la versione dietetica delle bibite. Sono queste le iniziative che la società adotterà nei duecento Paesi in cui opera per far fronte alle critiche di chi sostiene che le bevande zuccherate contribuiscono al peggioramento del fenomeno dell’obesità.

Un vero e proprio cambio di strategia. E una maggiore attenzione alla salute dei consumatori. La società della bibita più amata al mondo ha infatti deciso di porre la parola "fine" alle pubblicità indirizzate ai bambini con età inferiore ai dodici anni. Non solo: la Coca Cola cercherà anche di promuovere uno stile di vita più attivo. Già oggi un’intera pagina comprata sul New York Times è dedicata ai nuovi impegni assunti dai vertici dell'azienda più grande al mondo in termini di fatturato: "Siamo convinti che stili di vita più attivi portano a vite più felici". La mossa è stata presa in un momento in cui i produttori di bibite sono sempre più criticati dagli esperti di salute. All’inizio dell’anno il settore del beverage ha avuto la meglio in una battaglia che a New York avrebbe messo al bando bevande zuccherate di grandi dimensioni. Ma la Coca Cola ha fatto di tutto per dimostrare il proprio impegno contro l’obesità con campagne di comunicazione volte a privilegiare bibite con poche o zero calorie. Secondo il gruppo, infatti, un quarto delle 3.500 bibite in commercio rientra in quest’ultima categoria.

La Coca Cola ha, tuttavia, ammesso che la distribuzione varia a seconda dei continenti. In Cina, per esempio, le vendite della Coca Cola Light rappresentano una minima parte del totale contro il 40% del giro d’affari negli Stati Uniti.

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