Il “burnout”, lo stress da lavoro o da disoccupazione, è stato riconosciuto ufficialmente come sindrome. È quanto ha stabilito l'Oms, Organizzazione mondiale della sanità, dopo decenni di accurati studi. L'agenzia dell'Onu, inoltre, ha anche fornito ai medici le direttive per diagnosticarla.
Secondo queste linee guida, infatti, i sintomi riscontabili nei pazienti sono tre: la mancanza di energia o spossatezza, isolamento dal lavoro o sensazioni di negatività, diminuzione dell'efficacia professionale.
Inizialmente l'Agenzia aveva lasciato intendere che si trattasse invece di una patologia dopo averlo inserito erroneamente per la prima vota nell'elenco delle malattie. Poi, la stessa Oms ha aggiustato il tiro specificando che il burnout resta un fenomeno occupazionale (o stress da lavoro) per il quale si può cercare una cura ma non è una condizione medica.
L'Oms definisce il burnout "una sindrome concettualizzata come conseguenza di stress cronico sul posto di lavoro non gestito con successo".
Secondo la classificazione, il burnout si riferisce solo ai fenomeni nel contesto occupazionale e, per questo, non dovrebbe essere applicato per descrivere sintomatologie in altri ambiti della vita.L'Agenzia ha anche specificato che prima di diagnosticare il burnout occorre anche escludere altri disturbi che presentano sintomi simili come il disturbo dell'adattamento, l'ansia o la depressione.
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