Capita a tutti di sentirsi affaticati e apatici, soprattutto in determinati momenti della vita (lavoro intenso, problemi di salute, cambiamenti di abitudini alimentari). Esiste, però, una condizione in cui la debolezza non dipende da alcun disturbo fisico o da attività fisiche particolarmente impattanti e che non si attenua nemmeno con il riposo. Stiamo parlando della sindrome da stanchezza cronica, nota anche come sindrome da fatica cronica CFS o encefalomielite mialgica.
Secondo recenti stime in Italia ne sono colpiti circa 200-300mila individui, soprattutto donne (60-85% dei casi) di età compresa tra i 40 e i 50 anni. Se interessa i più piccoli, invece, quasi sempre la problematica si manifesta intorno ai 13 e ai 15 anni. Quali sono le cause della sindrome da stanchezza cronica e come possiamo distinguerla da un semplice episodio di spossatezza? Facciamo chiarezza.
Sindrome da stanchezza cronica, tutte le cause
Sono tante le ricerche che hanno cercato di comprendere meglio la sindrome da stanchezza cronica. Nonostante ciò, non si è riusciti ancora ad individuare con esattezza le cause che la scatenano. In merito esistono solo delle ipotesi:
- alterazioni ormonali: si è notato spesso che molti pazienti affetti da fatica cronica presentano anomalie nei valori degli ormoni dell'asse ipotalamo-ipofisi-surrene;
- difetti del sistema immunitario: pur non essendo nota la motivazione precisa, si sa che nei soggetti perennemente stanchi il sistema immunitario non funziona come dovrebbe;
- problematiche psicologiche: periodi di forte stress e traumi emotivi incidono in maniera negativa sul benessere dell'organismo;
- infezioni virali: in particolare sotto la lente di ingrandimento sono finiti l'Herpevirus umano 6 e il virus di Epstein-Barr, quest'ultimo responsabile della mononucleosi.
Un altro indiziato è il Covid, la cui pericolosità non si esaurisce con l'ultimo tampone negativo. A rivelare la sua associazione con la sindrome da stanchezza cronica è stato uno studio, condotto dalla Fondazione Policlinico Universitario Gemelli di Roma e pubblicato sul "The Journal of the american medical association".
Dopo le dimissioni dall'ospedale, 143 soggetti sono stati seguiti per oltre due mesi. L'87% di essi affermava di avvertire ancora almeno un sintomo legato all'infezione da coronavirus e più della metà lamentava fatica intensa (affanno, dolore toracico e articolare).
I sintomi e la diagnosi della sindrome da stanchezza cronica
La sintomatologia della sindrome da stanchezza cronica ha caratteristiche ben precise. Innanzitutto il riposo non riesce ad alleviarla. Essa, poi, si esacerba dopo una prolungata attività fisica e/o mentale. La spossatezza, poi, è accompagnata da altre manifestazioni:
- mialgia senza apparente motivo;
- artralgia;
- mal di testa;
- deficit della memoria e della concentrazione;
- linfonodi ingrossati di collo e ascelle;
- mal di gola ricorrente;
- riposo notturno non soddisfacente.
Se i sintomi si fanno particolarmente importanti, il paziente non riesce più a svolgere le normali azioni della vita quotidiana e questa difficoltà lo espone a un rischio considerevole di isolamento sociale, perdita del lavoro e depressione.
La diagnosi della fatica cronica è differenziale. Il medico deve assicurasi che la sintomatologia non dipenda da altri disturbi come anemia, diabete, ipotiroidismo, apnee ostruttive del sonno, ansia, bipolarismo e schizofrenia, lupus eritematoso sistemico, epatite B o C o abuso di alcol e/o di droga. Si può parlare di sindrome da stanchezza cronica se il problema si protrae da almeno 6 mesi, se non è associato a nessuna malattia e se riduce significativamente la qualità di vita di chi ne soffre.
Alcuni rimedi per la sindrome da stanchezza cronica
Attualmente non esiste una cura specifica per la sindrome da stanchezza cronica.
Per gestire i sintomi, spesso si consiglia al paziente di intraprendere una terapia cognitivo-comportamentale e, solo nei casi di depressione conclamata, lo specialista può prescrivere farmaci antidepressivi. Esistono, però, anche alcuni semplici rimedi in grado di controllare l'evoluzione del problema e di restituire all'individuo una quotidianità più serena:- affidarsi alla natura: i migliori prodotti per contrastare la spossatezza sono il ginseng, la rhodiola, le bacche di açai, la schisandra, i semi di betulla e di quercia;
- alimentarsi in maniera corretta: la dieta mediterranea rappresenta un vero e proprio toccasana. A tavola non devono mai mancare cereali integrali, legumi, verdura, pesce, frutta di stagione, olio extravergine d'oliva. Sono invece da bandire i cibi spazzatura e tutti quelli ricchi di grassi e di zuccheri;
- bere molta acqua: questo consiglio diventa ancora più prezioso in caso di condizioni ambientali particolarmente umide e calde;
- svolgere attività fisica: i benefici dello sport sono innumerevoli. Il movimento, tra l'altro, contribuisce a ridurre le tensioni accumulatesi durante la giornata;
- riposare correttamente: il sonno si può considerare davvero ristoratore se ad esso si dedicano almeno 7-8 ore. Prima di mettersi a letto è consigliato non assumere alimenti e bevande eccitanti.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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