![Sindrome da stanchezza cronica, cos'è e quali sono i sintomi](https://img.ilgcdn.com/sites/default/files/styles/xl/public/foto/2021/05/15/1621068518-yawning-5381800-1280-1.jpg?_=1621497807)
Capita a tutti di sentirsi affaticati e apatici, soprattutto in determinati momenti della vita (lavoro intenso, problemi di salute, cambiamenti di abitudini alimentari). Esiste, però, una condizione in cui la debolezza non dipende da alcun disturbo fisico o da attività fisiche particolarmente impattanti e che non si attenua nemmeno con il riposo. Stiamo parlando della sindrome da stanchezza cronica, nota anche come sindrome da fatica cronica CFS o encefalomielite mialgica.
Secondo recenti stime in Italia ne sono colpiti circa 200-300mila individui, soprattutto donne (60-85% dei casi) di età compresa tra i 40 e i 50 anni. Se interessa i più piccoli, invece, quasi sempre la problematica si manifesta intorno ai 13 e ai 15 anni. Quali sono le cause della sindrome da stanchezza cronica e come possiamo distinguerla da un semplice episodio di spossatezza? Facciamo chiarezza.
Sindrome da stanchezza cronica, tutte le cause
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Sono tante le ricerche che hanno cercato di comprendere meglio la sindrome da stanchezza cronica. Nonostante ciò, non si è riusciti ancora ad individuare con esattezza le cause che la scatenano. In merito esistono solo delle ipotesi:
- alterazioni ormonali: si è notato spesso che molti pazienti affetti da fatica cronica presentano anomalie nei valori degli ormoni dell'asse ipotalamo-ipofisi-surrene;
- difetti del sistema immunitario: pur non essendo nota la motivazione precisa, si sa che nei soggetti perennemente stanchi il sistema immunitario non funziona come dovrebbe;
- problematiche psicologiche: periodi di forte stress e traumi emotivi incidono in maniera negativa sul benessere dell'organismo;
- infezioni virali: in particolare sotto la lente di ingrandimento sono finiti l'Herpevirus umano 6 e il virus di Epstein-Barr, quest'ultimo responsabile della mononucleosi.
Un altro indiziato è il Covid, la cui pericolosità non si esaurisce con l'ultimo tampone negativo. A rivelare la sua associazione con la sindrome da stanchezza cronica è stato uno studio, condotto dalla Fondazione Policlinico Universitario Gemelli di Roma e pubblicato sul "The Journal of the american medical association".
Dopo le dimissioni dall'ospedale, 143 soggetti sono stati seguiti per oltre due mesi. L'87% di essi affermava di avvertire ancora almeno un sintomo legato all'infezione da coronavirus e più della metà lamentava fatica intensa (affanno, dolore toracico e articolare).
I sintomi e la diagnosi della sindrome da stanchezza cronica
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La sintomatologia della sindrome da stanchezza cronica ha caratteristiche ben precise. Innanzitutto il riposo non riesce ad alleviarla. Essa, poi, si esacerba dopo una prolungata attività fisica e/o mentale. La spossatezza, poi, è accompagnata da altre manifestazioni:
- mialgia senza apparente motivo;
- artralgia;
- mal di testa;
- deficit della memoria e della concentrazione;
- linfonodi ingrossati di collo e ascelle;
- mal di gola ricorrente;
- riposo notturno non soddisfacente.
Se i sintomi si fanno particolarmente importanti, il paziente non riesce più a svolgere le normali azioni della vita quotidiana e questa difficoltà lo espone a un rischio considerevole di isolamento sociale, perdita del lavoro e depressione.
La diagnosi della fatica cronica è differenziale. Il medico deve assicurasi che la sintomatologia non dipenda da altri disturbi come anemia, diabete, ipotiroidismo, apnee ostruttive del sonno, ansia, bipolarismo e schizofrenia, lupus eritematoso sistemico, epatite B o C o abuso di alcol e/o di droga. Si può parlare di sindrome da stanchezza cronica se il problema si protrae da almeno 6 mesi, se non è associato a nessuna malattia e se riduce significativamente la qualità di vita di chi ne soffre.
Alcuni rimedi per la sindrome da stanchezza cronica
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Attualmente non esiste una cura specifica per la sindrome da stanchezza cronica.
Per gestire i sintomi, spesso si consiglia al paziente di intraprendere una terapia cognitivo-comportamentale e, solo nei casi di depressione conclamata, lo specialista può prescrivere farmaci antidepressivi. Esistono, però, anche alcuni semplici rimedi in grado di controllare l'evoluzione del problema e di restituire all'individuo una quotidianità più serena:- affidarsi alla natura: i migliori prodotti per contrastare la spossatezza sono il ginseng, la rhodiola, le bacche di açai, la schisandra, i semi di betulla e di quercia;
- alimentarsi in maniera corretta: la dieta mediterranea rappresenta un vero e proprio toccasana. A tavola non devono mai mancare cereali integrali, legumi, verdura, pesce, frutta di stagione, olio extravergine d'oliva. Sono invece da bandire i cibi spazzatura e tutti quelli ricchi di grassi e di zuccheri;
- bere molta acqua: questo consiglio diventa ancora più prezioso in caso di condizioni ambientali particolarmente umide e calde;
- svolgere attività fisica: i benefici dello sport sono innumerevoli. Il movimento, tra l'altro, contribuisce a ridurre le tensioni accumulatesi durante la giornata;
- riposare correttamente: il sonno si può considerare davvero ristoratore se ad esso si dedicano almeno 7-8 ore. Prima di mettersi a letto è consigliato non assumere alimenti e bevande eccitanti.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.