Il San Raffaele è salvo: respinto il fallimento, via libera al concordato

Respinta l'istanza di fallimento presentata dalla Procura contro la Fondazione Monte Tabor: il tribunale di Milano accoglie l'istanza presentata dalla fondazione di ammissione al concordato preventivo

Il San Raffaele è salvo: respinto il fallimento, via libera al concordato

Rispettate in pieno le indiscrezioni della vigilia: il San Raffele, l'ospedale milanese fondato da don Luigi Verzè e sommerso da un miliardo e mezzo di debiti, è salvo. Almeno per ora. Il tribunale di Milano ha respinto questa mattina l'istanza di fallimento presentata dalla Procura contro la Fondazione Monte Tabor (la holding che controlla il San Raffaele e le attività collegate) e ha accolto l'istanza presentata dalla stessa fondazione di ammissione al concordato preventivo. Il tribunale ha posto rigide condizioni alla ipotesi di salvataggio presentata dai nuovi amministratori, espressioni della cordata guidata dalla banca vaticana Ior intervenuta per tenere in vita la Fondazione. I creditori ordinari riceveranno circa il 52 per cento delle loro spettanze.

Nella sua sentenza, il tribunale rileva gli aspetti critici del nuovo assetto, in particolare il potenziale conflitto di interessi dei nuovi amministratori con la cordata Ior Malacalza di cui sono espressione. Il timore, in sostanza, è che il Vaticano abbia messo le mani sull'ospedale scavalcando altre offerte piu' convenienti, della cui esistenza hanno riferito due consiglieri che nei giorni scorsi si sono dimessi.

Per questo la possibilità di nuovi ingressi nell'azionariato andrà tenuta d'occhio, insieme ad altri aspetti della gestione, dai tre commissari nominati dal tribunale. I dubbi, insomma non mancano: ma su tutti nei giudici ha prevalso la necessità di dare continuità al'attività sanitaria dell'ospedale e al lavoro dei 3.800 dipendenti.

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