Dunque, dove eravamo rimasti? Oggi è il giorno della grande rentrée di Michele Santoro e la famosa frase che Enzo Tortora pronunciò quando riapparve dopo il dramma del carcere ben si addice a un volto televisivo che, a torto o a ragione, si considera il più perseguito dell’ultimo decennio. Il guru del popolo di sinistra si presenterà questo pomeriggio al Parco della Versiliana a Marina di Pietrasanta, alla festa del Fatto quotidiano, per annunciare il suo nuovo «impiego» dopo la definitiva uscita dalla Rai nel giugno scorso. Sono attese migliaia di fan che hanno aderito alla chiamata alle armi lanciata dal giornalista su Facebook: la pagina ha registrato in poche ore 30mila adesioni.
Il progetto è presto detto: rifare Annozero tale e quale, trasmesso però da antenne diverse da quelle della Tv di Stato. E qui sta il nodo della faccenda e anche le sorprese che potrebbero essere annunciate. Michele, che vuole il controllo totale e la libertà assoluta, sta mettendo in piedi un progetto multipiattaforma (come fece nella serata sperimentale Tutti in piedi): un network di reti private digitali e magari anche satellitari che, tutte in contemporanea, mandino in onda il suo talk insieme a vari siti web. Senza alcuna possibilità per gli «ospitanti» di metterci il becco: devono accettare anche la pubblicità già inclusa. Insomma un pacchetto chiuso. Ovviamente nella serata storica del giovedì (contro l’ex delfino Formigli in onda su La7), titolo azzeccato Senza rete, partenza a ottobre, in studio certamente gli altri due «odiatissimi» nemici del premier Marco Travaglio e Vauro. In base alle indiscrezioni circolate, hanno già aderito Telelombardia di Sandro Parenzo e una serie di canali sparsi per la penisola: da TeleFriuli, a TeleCapri a Antenna Sicilia a Videolina.
Insomma per Santoro questa sarà la vera prova del fuoco: dopo anni in cui ha strepitato contro la Rai che cercava di mettergli la sordina, ora dovrà dimostrare di essere capace di fare televisione e trovare pubblico numeroso anche senza il supporto dei grandi mezzi di trasmissione. Michele ha scartato qualsiasi azienda che non gli garantisse autonomia decisionale totale: da La7 (ha rotto con l’ad Giovanni Stella) a Current (la rete di Al Gore gli aveva proposto di creare un nuovo canale tutto d’informazione acquistando una rete lasciata libera dalle nuove frequenze digitali). L’unico appoggio che ha accettato è quello de Il Fatto quotidiano, il giornale dei «sinistri duri e puri», che lo ospita per dare il grande annuncio durante la festa per il secondo anno di fondazione. Peccato però che pure al Fatto non sanno ancora che fare. Nella «democratica» redazione vige il dibattito. È il caso - ci si interroga - dopo due anni strepitosi e solitari alla conquista del pubblico de’ sinistra, legarsi così tanto a Santoro che, nonostante conduca la stessa «battaglia», è un’altra faccenda? Dunque: meglio dare solo un «appoggio esterno» offrendo sostegno morale e ospitalità sulla web tv o entrare effettivamente nella nuova società che Michele sta costituendo elargendo un finanziamento di 250mila euro (come auspica Travaglio)? «Ovviamente c’è interesse: abbiamo idee e pubblico comune.
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