Sarah, si cercano le prove Perquisita casa Misseri: ma niente chiavi, né corda

Sopralluogo dei carabinieri in cerca di alcune chiavi e della corda usata per strangolare la 15enne. Nuova ipotesi dei pm: Michele Misseri sarebbe intervenuto solo per occultare il cadavere

Sarah, si cercano le prove 
Perquisita casa Misseri: 
ma niente chiavi, né corda

Taranto - Prima il sopralluogo dei carabinieri in cerca di alcune chiavi e della corda usata per strangolare Sarah Scazzi. Poi la Cosima Misseri è stata convocata nuovamente in caserma per essere ascoltata dai magistrati. L'ultimo interrogatorio le era stato fatto l'altro ieri, negli uffici della procura a Taranto. Secondo gli investigatori, infatti, l’omicidio della piccola Sarah potrebbe essere avvenuto all’interno della casa e non più in cantina. Dopo Cosima Misseri, gli inquirenti hanno interrogato per circa tre ore Ivano Russo, amico di Sabrina e Sarah.

Le chiavi In casa di Michele Misseri i carabinieri, al termine dell’ispezione, non hanno trovato nè il mazzo di chiavi che Sara Scazzi portava abitualmente con sè, nè la corda che sarebbe stata usata per strangolare la ragazza.   Ad indicare agli investigatori che tra gli effetti personali di Sara mancavano le chiavi di Sara era stata la madre, Concetta Serrano Spagnolo. Quanto alla corda che sarebbe stata utilizzata per il delitto, il presunto omicida, Michele Misseri, nella sua confessione ha sostenuto prima di averla bruciata, poi di averla buttata in un cassonetto della spazzatura.

I pizzini Per evitare di essere intercettati, e sospettando che i carabinieri avessero nascosto cimici, in casa Misseri negli ultimi tempi si comunicava con i pizzini. Lo riporta la Gazzetta del Mezzogiorno precisando che dopo la lettura i bigliettini di carta venivano distrutti. Il quotidiano barese, inoltre, dà notizia che quattro impronte di altrettante persone sono state rilevate dai militari del Ris di Roma nel vano batteria del telefonino di Sarah. 

I test sul cellulare Sono stati fissati per lunedì 25 ottobre al Ris di Roma accertamenti tecnici irripetibili sul cellulare di Sarah e sull’auto Seat Marbella di Michele Misseri, nel cui bagagliaio sarebbe stato trasportato il suo corpo. Gli accertamenti verranno eseguiti in contraddittorio alla presenza di legali e consulenti delle parti.

Lo zio dormiva Ennesimo colpo di scena. Spunta una nuova ipotesi investigativa nel delitto di Sarah Scazzi. All'ora dell'omicidio Michele Misseri, lo zio che si è accusato del delitto, sarebbe stato a dormire. L'ipotesi, circolata nel corso della giornata a Taranto, non avrebbe al momento conferme negli atti dell'inchiesta, ma è una pista sulla quale gli inquirenti starebbero lavorando. Un accertamento è in corso partendo da quelle che erano le abitudini quotidiane dell'uomo, secondo quanto hanno potuto ricostruire gli inquirenti. Michele Misseri tra le mura domestiche "non contava nulla", anzi veniva "utilizzato" dai famigliari tanto che il suo ruolo era assolutamente marginale: a dirlo è lo stesso contadino di Avetrana, reo confesso dell'omicidio di Sara.

Nel "gineceo" Misseri lo ha raccontato al suo legale e lo ha detto anche nel corso degli interrogatori ai quali è stato sottoposto a partire dal 6 ottobre. "Dormivo su una sdraio, mi alzavo presto di notte per lavare i piatti che loro avevano usato, io mangiavo con le mani": questo ha detto anche Michele Misseri per far intendere agli inquirenti lo scenario familiare nel quale viveva. Dunque, il "mostro", lo zio "orco" che ha strangolato Sarah, sarebbe la stessa persona che veniva quotidianamente messa in un angolo dai suoi stessi congiunti, madre e figlia? Per l'avvocato Daniele Galoppa, suo difensore, era una situazione che Misseri "accettava" più che subirla. Anzi, "accettava qualsiasi cosa".

Il rapporto con Sabrina Misseri che, a detta ancora del suo legale, avrebbe sempre avuto "un trascinamento" per la figlia Sabrina, la cui personalità "ha sempre prevalso" su di lui. E' uno scenario familiare singolare quello che si ritrovano a costruire gli inquirenti sulla base delle dichiarazioni di Misseri. Fra le donne della famiglia, mamma Cosima, le figlie Sabrina e Valentina, anche se quest'ultima vive e lavora a Roma con il marito, ci sarebbe un legame molto forte, fanno intendere gli inquirenti, e questo avrebbe portato quasi a mettere in minoranza il capofamiglia sulle scelte gestionali di casa. Donne unite anche da un carattere comune molto deciso.

Sabrina in cella La stessa Sabrina lo starebbe dimostrando in questi giorni di detenzione nel carcere di Taranto. La 22enne cugina di Sara, gravemente indiziata di concorso in omicidio volontario e sequestro di persona, è tenuta sotto stretta vigilanza in cella, da sola, 24 ore su 24 ed è sotto controllo di psicologi. Legge vecchie riviste femminili, ma ogni tanto darebbe sfogo al suo desiderio di libertà affacciandosi al finestrino e gridando attraverso le sbarre "Sono innocente, aiutatemi".

Una Sabrina molto diversa da quella descritta dai suoi amici, che la ricordano come una persona allegra, solare, caciarona, autoironica e persino un po' imbranata. E allora: Cosima, Sabrina e Valentina decidevano davvero tutto in casa, sovrastando e annullando le volontà di Michele Misseri, o lo zio omicida ha parlato di una famiglia che in realtà non esiste?

 

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