La Scala debutta con tre grandi bacchette

Con Muti, Chailly e Gatti i primi concerti dell'anno

La Scala debutta con tre grandi bacchette
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Duelli, ritorni speciali e partenze di peso. Il 2025 della musica d'arte milanese s'annuncia intrigante. Si parte dal gran tridente dei direttori musicali della Scala: di ieri, Riccardo Muti, di oggi, Riccardo Chailly (nella foto), e forse (così si dice, ma nulla è deciso) di domani, Daniele Gatti. Muti, che il primo gennaio abbiamo visto in mondovisione da Vienna per il concerto di Capodanno, il 25 febbraio sarà alla Scala con i Wiener Philarmoniker che poi salpano per gli Usa dove a NYC saranno diretti da Muti mentre è Yannick Nézet-Séguin, il numero uno del Met, a portare i Wiener nel far West, in California. In programma, per Milano, la Quarta di Schubert e la Settima di Bruckner, tutto è esaurito da tempo.

Ed è nel segno di due sinfonie poderose, la Settima e la Quinta di Mahler, che Chailly e Gatti, i due direttori d'orchestra da sempre posti in antagonismo, salgono sul podio di una stessa orchestra, la Filarmonica della Scala, alla Scala, dunque al cospetto dello stesso pubblico, affrontando lo stesso autore, Mahler, il tutto accade a distanza di due settimane tra gennaio e febbraio.

Vien da pensare a «I Duellanti» (ricordate il film, da Conrad, di Ridley Scott), tali non per loro volere, sebbene i maligni malignino, ma per una passione tutta italiana nel contrapporre i Bartali o le Callas di turno ai Coppi e Tebaldi; e se invece iniziassimo a goderci le eccellenze tricolore senza contrapposizioni e comparazioni, rispettando l'unicità di ciascuno? Sarebbe un buon proposito per l'anno nuovo.

E se Chailly ha chiuso l'anno con una La Forza del destino di bellezza crescente, con punto di forza proprio nell'orchestra che narra, palpita, si fa rarefatta (il finale!) e tragica, godiamoci i successi di Gatti che cacciato in malo modo da Amsterdam, ha risalito la china prima aggiudicandosi incarichi importanti in Italia (Roma e Firenze) quindi nella Germania non propriamente Italia-friendly: nel giugno 2022 i musicisti della Sächsische Staatskapelle Dresden lo hanno scelto con una votazione quale direttore principale, tale sarà fino al 2030.

Con la Settima di Mahler, Chailly apre la stagione della Filarmonica della Scala il 27 gennaio, così come Gatti dal 10 al 16 febbraio è nel cartellone della stagione sinfonica del teatro dirigendo la Decima di Mahler. Gatti, milanese come Chailly, sarà in pianta stabile nella sua città a gennaio poiché dirige Falstaff con la regia di Strehler e Ambrogio Maestri nel ruolo del titolo.

La partenza di peso, a marzo, è del sovrintendente Dominique Meyer che lascia Milano diretto a Losanna passando le consegne a Fortunato Ortombina, in arrivo dalla Fenice di Venezia, anche lui nella stanza dei bottoni della Scala con il doppio incarico amministrativo e artistico. Così, sarà da comune spettatore che Meyer assisterà a una produzione per la quale tanto si è speso: Il nome della Rosa, dall'omonimo romanzo di Umberto Eco, su musiche di Francesco Filidei, con la regia di Damiano Michieletto, Ingo Metzmacher alla direzione, e un bel cast. Una cucina di lusso e in particolare per un'opera contemporanea, ai posteri giudicare se l'operazione è un azzardo o un bel colpo cultural-imprenditoriale.

Uscendo dai domini scaligeri, in Conservatorio ci aspettano serate da camera di gran pregio, congegnate da due qualificate società di concerti, il Quartetto e la Società dei Concerti. I migliori pianisti in circolazione sono in stagione più o meno tutti, eccoli: Trifonov (4 febbraio), Volodos (5 febbraio), Kissin (3 aprile), Leif Ove Andsnes e Bertrand Chamayou per un quattro mani (20 maggio), Sokolov (21 maggio), Seong-Jin Cho, (4 giugno). ll 26 gennaio Lugansky sarà invece alla Scala.

Quanto agli archi, da non perdere il recital del violoncellista Gautier Capucon con il pianista Ducros il 14 gennaio, lo stesso suonerà alla Scala il 24 febbraio con la Filarmonica. Altro recital da segnarsi in agenda quello del 24 maggio a Villa Necchi con il giovanissimo Ettore Pagano, violoncellista strepitoso, e Lorenzo Nguyen al pianoforte (in realtà membro del Concept Trio).

È poi la Filarmonica della Scala a firmare un'infilata di violinisti che sono una garanzia: Frank Peter Zimmermann il 24 marzo con Gatti alla direzione, il 14 aprile Joshua Bell con Shani e Nikolaj Znaider il 26 maggio.

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