Scalata Bnl, i pm: "Processare Fazio e Consorte"

Chiesto il rinvio a giudizio di 21 persone e 16 tra società, banche e istituti assicurativi: nel luglio 2005 stipularono accordi parasociali con la Unipol di Giovanni Consorte per rilevare una quota di Bnl. Sotto accusa anche Caltagirone, Coppola, Ricucci e Sacchetti

Scalata Bnl, i pm: "Processare Fazio e Consorte"

Roma - Processare il gruppo di imprenditori che diede vita al contropatto per la conquista della Banca nazionale del lavoro. I pm Giuseppe Cascini e Rodolfo Sabelli hanno chiesto il rinvio a giudizio di 21 persone e 16 tra società, banche e istituti assicurativi, per reati che vanno a vario titolo dall’aggiotaggio all’insider trading, passando per l’ostacolo all’attività degli organi di vigilanza oltre ad una serie di condotte e scelte finanziarie e ritenute illecite.

Il contropatto tra sindacato e banca Sono esponenti di cooperative, banche italiane e estere e imprese che nel luglio 2005 stipularono accordi parasociali con la Unipol di Giovanni Consorte per rilevare una quota di Bnl in mano al cosidetto "contropatto" di sindacato della banca, costituito in precedenza e guidato da Francesco Gaetano Caltagirone e, una volta raggiunto il controllo di oltre il 30% della banca romana, lanciare un’opa obbligatoria. La storia è poi stata tutt’altra e l’istituto di credito è passato sotto il controllo dei francesi di Bnp-Paribas.

Le persone sotto accusa Sotto accusa ci sono, oltre a Consorte e Caltagirone, l’ex governatore di Bankitalia Antonio Fazio, gli immobiliaristi Danilo Coppola, Stefano Ricucci e Giuseppe Statuto, l’ex amministratore delegato di Unipol, Ivano Sacchetti; i vecchi vertici della Banca popolare di Lodi, Gianpiero Fiorani e Gianfranco Boni, i fratelli Ettore e Tiberio Lonati. Nella lista sono compresi anche i nomi di Vito Bonsignore, Giovanni Alberto Berneschi, Francesco Frasca, Emilio Gnutti. In base all’atto redatto dai pm Giuseppe Cascini e Rodolfo Sabelli, controfirmato dal procuratore capo Giovanni Ferrara, nel mirino sono finite tutta una serie di movimentazioni fatte sul capitale della Banca nazionale del lavoro nella primavera estate del 2005. Il sospetto degli inquirenti è che le acquisizioni dei titolo fatte dal contropatto celassero un’attività speculativa sul titolo stesso che avrebbe fruttato plusvalenze di milioni di euro. La Procura rispetto all’ex governatore di Bankitalia, ha vagliato in particolare l’interpretazione che Fazio avrebbe dato delle norme bancarie che vietano a uno o a più imprenditori in cordata di superare il 15% del capitale di una banca. Gli accertamenti degli investigatori della Guardia di finanza, nucleo speciale di polizia valutaria, sono stati a largo raggio, non solo sul 2005, ma si è andato a ritroso sino al 2003.

La chiusura dell'inchiesta La chiusura dell’inchiesta, rispetto al contropatto Bnl, c’era stata nel luglio scorso. Tra i 21 destinatari delle richieste di rinvio a giudizio figurano, oltre a Fazio, Frasca, Consorte, Sacchetti, Fiorani e Boni, Danilo Coppola, Stefano Ricucci, Giuseppe Statuto, i fratelli Ettore e Tiberio Lonati, Vito Bonsignore, Giulio Grazioli, Francesco Gaetano Caltagirone, il finanziere Emilio Gnutti, il presidente di Banca Finnat, Giampietro Nattino, il presidente della Banca Popolare dell’Emilia Romagna, Guido Leoni, l’ex presidente del cda di Banca Carige, Giovanni Alberto Berneschi, il numero uno di Leonardo Capital Fund, Stefano Roma, Gianluigi Simone e Marco Malvicini, titolari di azioni Bnl. L’inchiesta è partita cinque anni fa, quando la lotta in atto tra Bbva (appoggiato da Generali e dalla Dorint di Diego Della Valle) e Unipol finisce sotto la lente della Procura di Roma.

L'autorità di vigilanza L’inchiesta si concentrò, all’avvio, sul ruolo avuto dalle autorità di vigilanza (a partire dall’iter autorizzativo di Bankitalia all’Opa di Unipol) e sulla ricostruzione dei passaggi azionari intorno alla scalata. I 21 indagati, si spiega nel capo d’accusa, "in concorso tra loro, previo accordo con Fazio e Frasca, i quali rafforzavano il proposito criminoso, assicurando ai correi il sostegno del vertice della Banca d’Italia al progetto di acquisizione del controllo della Bnl con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, realizzavano una seria di operazioni simulate e artificiose concretamente idonee a provocare una sensibile alterazione del prezzo delle azioni di Bnl" allo scopo di: fare fallire l’offerta pubblica di scambio su Bnl da parte del Bbva, "rastrellare azioni al fine di acquisire il controllo della banca" e "fissare a non meno di 2,70 uro il prezzo delle azioni di chi avesse voluto acquisire il controllo della banca". "Tra il 10 maggio 2005 (dopo la prima convocazione dell’assemblea Bnl del 30 aprile 2005) e il 21 maggio 2005 (data della seconda convocazione) - prosegue la richiesta di rinvio a giudizio - Roma e Boni, in accordo con Fiorani, effettuavano acquisti sul titolo Bnl in maniera intensa e continuata in modo da determinare un forte andamento al rialzo delle quotazioni del titolo che passava da 2,4 euro ad azione del 10 maggio (valore corrispondente a quello della Ops del BBVA) a 2,7 euro del 20 maggio, mantenendosi per tutto il periodo ben al di sopra del valore della Ops".

L'accordo parasociale Nei primi venti giorni di maggio 2005, aggiungono i pm, Ricucci, Caltagirone, Bonsignore, Coppola, Statuto, Gnutti, Ettore Lonati, Tiberio Lonati, Grazioli, già aderenti al patto parasociale denominato "contropatto" stipulavano con Nattino, Consorte, Sacchetti, Roma, Boni, Fiorani, Leoni, Berneschi, Simone e Malvicini un accordo parasociale, non dichiarato agli organi di vigilanza e al mercato, comprendente una quota pari al 34,53% del capitale sociale della Banca Nazionale del Lavoro, allo scopo di consentire alla lista guidata da Caltagirone di acquisire il controllo di Bnl in occasione dell’assemblea del 21 maggio 2005, sottraendosi così all’obbligo di Opa previsto dalla legge e provocando »un’alterazione artificiosa del valore delle quotazioni della azioni Bnl«.

Le 16 società indagate per illeciti amministrativi sono Magiste International, Fincal 2000, Capitolium Spa, Finced Srl, Vianini Lavori, Viafin, Finpaco Project, Tikal Plaza, Michele Amari, Gefip Holding, Banca Popolare Italiana, Unipol, Aurora Assicurazioni, Bper, Banca Carige e Leo Fund Managers Limited. 

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