
Una mostra d'impatto e di ricerca, per gli appassionati di Mario Schifano (1934-1998) e i cultori di Gianni Malabarba (1921-1990), ma anche per tutti coloro che amano le sperimentazioni delle avanguardie Anni Settanta, godibili in una galleria classica ed elegante quale è la Bkv Fine Art di via Fontana 16, nata un anno fa e in via di espansione. Il progetto nasce dal desiderio di ricostruire il dialogo umano e culturale tra l'artista e il poeta, che è stato denso, tanto che Schifano, in risposta alle liriche di Malabarba, si sentì di inviare un proprio autoritratto fotografico con su scritto «Gianni, dedicare, come si fa?». Uno scatto ipnotico, che sintetizza la relazione tra i due, il desiderio di Schifano di esprimersi anche con la parola scritta, che poi si realizza nei lavori nati dalla collaborazione con Malabarba: tra gli altri, fogli tratti da un manuale di tecnica ai quali l'artista, secondo lo spirito del tempo, dà titoli inventivi: «Macchina per colline» è il titolo di uno degli undici progetti, o «Apparato per la pioggia», o «Macchina per paesaggio in pianura».
Solo i disegni sono sessantaquattro fogli finora inediti, datati 1973 o comunque entro la metà degli anni Settanta. Malabarba amava il dialogo con gli artisti suoi contemporanei ed è proprio ciò che mette a fuoco «Mario Schifano - Gianni Malabarba. Pittura e Poesia», in programma fino al 18 aprile, insistendo sulla relazione tra i due, che si esprime in modo particolarmente evidente in tre tele emulsionate nelle quali Schifano riprende in forma visiva liriche del gallerista ed amico, nate in un momento in cui la ricerca di commistione tra le diverse forme espressive e il mescolarsi di ispirazioni artistiche diverse era esperienza comune di intellettuali ed artisti. Accanto, autografi e dattiloscritti di Malabarba e un suo libro di liriche, aperto sulla poesia dedicata a Mario Schifano: «E sorridente incontro vai alla vita/ piena di cuori rossi appiccicati ovunque/ pieno di rabbia per quel che ancora non può essere...».
Nel percorso dell'esposizione si parte da diciassette Futurismi, variazioni sulla celebre foto di Marinetti e gli altri artisti a Parigi: la matrice di Schifano risale al 1965 ma la variatio è tipica di questo periodo in cui lui riflette sui lavori passati, li recupera e li rielabora, per poi buttarsi nelle sperimentazioni degli anni successivi. C'è anche l'autoritratto fotografico di Schifano, in cui in una serie di scatti l'artista non svela se stesso ma il disastro domestico che vuole rappresentare. Tutto questo, e molto altro, è raccontato nel raffinato catalogo ad edizione limitata a cura di Marco Meneguzzo, che pur nella completezza riprende lo stile degli Anni Settanta.
La Galleria di Paolo Bonacina, Edoardo Koelliker e Massimo Vecchia offre una visita interessante in sé.
In questi giorni, per la Design Week, ospita una raccolta di marmi egizi d'arredamento e ciò fa trasparire ancora di più il contrasto tra le fattezze antiche, la divisione degli spazi tradizionali e la ricerca artistica che guarda al contemporaneo. Tra le bellezze esposte in collezione permanente spicca un «Ratto di Europa» di Luca Giordano (1634-1705), tela monumentale che guarda due opere di Schifano.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.